La fattoria degli animali (Animal Farm) è un romanzo satirico scritto daGeorge Orwell. In italiano è stato pubblicato per la prima volta nel 1947.
Il romanzo è un'allegoria del totalitarismo sovietico del periodo staliniano. È ambientato in una fattoria dove gli animali, stanchi dello sfruttamento dell'uomo, si ribellano. Dopo aver cacciato il padrone, gli animali decidono di dividere il risultato del loro lavoro seguendo il principio marxista «da ognuno secondo le proprie capacità, a ognuno secondo i propri bisogni». Il loro sognoutopico[1] verrà poi gettato al vento perché i maiali si impossesseranno della fattoria. Questi, che erano stati gli ideatori della "rivoluzione", prendono il controllo della fattoria, diventando sempre più simili all'uomo, finché persino il loro aspetto diventerà antropomorfo. La satira verso gli ideali utopici della Rivoluzione russa è resa ancora più diretta dal fatto che ogni evento ed ogni personaggio descritti nel romanzo rappresentano l'allegoria di un preciso evento o personaggio della realtà storica.
Gli animali della "Fattoria padronale" (Manor Farm in lingua originale), maltrattati e sfruttati dal loro padrone, il signor Jones, vengono a conoscenza del sogno di un vecchio e saggio verro della fattoria, chiamato il Vecchio Maggiore e rispettato da tutti. In questo sogno, gli animali sono liberi dal giogo dell'uomo, i soli artefici del proprio destino. Infatti Vecchio Maggiore, oltre a riferire il suo sogno, fa notare a tutti gli animali della fattoria come il loro unico nemico sia l'uomo, l'unico animale che consumi senza produrre, arrivando a formulare questa massima: «Tutto ciò che ha quattro gambe o ali è buono, tutto ciò che ha due gambe è cattivo»,
Lungo tutta la storia, gli eventi vengono riscritti a seconda delle esigenze dei maiali. Il passato viene rappresentato peggiore di come realmente fosse, così da far sembrare meno scioccanti le brutalità compiute dai maiali. Questi, attraverso gli strumenti della propaganda e della dittatura (cioè manipolazione delle emozioni, disinformazione, controllo del cibo e dell'educazione), ingannano gli altri animali della Fattoria al punto che quest'ultimi elevano Napoleon al rango di semidio.
RIASSUNTO:
Era una delle notti in cui il signor Jones se ne andava a letto ubriaco; una notte in cui gli animali della fattoria erano liberi di parlare a loro piacimento della loro drammatica condizione. Un anziano maiale, il Vecchio Maggiore, chiamò a raccolta gli animali della “Fattoria Padronale ”. Nel discorso di quella notte esortò tutti gli animali della fattoria a ribellarsi e a sottrarsi al giogo umano non appena se ne fosse presentata l’occasione; insegnò loro una canzone intitolata “Animali d’Inghilterra” che divenne l’inno degli animali della “Fattoria Padronale”. Tre giorni più tardi il Vecchio Maggiore morì ma le parole da lui pronunciate rimasero impresse nella memoria di tutti gli animali che le avevano ascoltate.Nelle settimane seguenti i maiali, gli animali più intelligenti, sotto la guida di Napoleon e Palla di Neve, iniziarono ad organizzarsi e a preparare l’attuazione della rivoluzione profetizzata dal Vecchio maggiore. Il gran giorno, seppure all’imprevisto, non tardò ad arrivare.
Durante tutta la giornata il signor Jones e i suoi uomini non avevano fatto altro che ubriacarsi dimenticandosi di dar da mangiare agli animali i quali, inferociti per il lungo digiuno, si ribellarono e li cacciarono dalla fattoria. Il giorno seguente Palla di Neve scrisse su un muro della fattoria sette comandamenti che tutti gli animali avrebbero dovuto rispettare:
Tutto ciò che va su due gambe è nemico; tutto ciò che va su quattro gambe o ha ali è amico; nessun animale vestirà abiti; nessun animale dormirà in un letto; nessun animale berrà alcolici; nessun animale ucciderà un latro animale; tutti gli animali sono uguali.
Nelle settimane seguenti gli animali portarono avanti il lavoro nei campi; la fattoria divenne più efficiente di quanto non lo fosse mai stata. Il signor Jones, ubriaco da mattina a sera e deriso da tutti, meditava vendetta. La fattoria, ora ribattezzata “Fattoria degli animali”, prosperava e gli animali si moltiplicavano. Le cagne partorirono dando alla luce nove cuccioli che, una volta svezzati dalle madri, vennero presi sotto la personale tutela di Napoleon. Un giorno accadde ciò che gli animali da tempo temevano: il signor Jones tornò alla fattoria armato e accompagnato da altri uomini. Colti tutt’altro che impreparati, gli animali attaccarono tutti assieme e respinsero il tentativo di invasione.
Napoleon propose allora di procurare delle armi per la difendere la fattoria da altri eventuali attacchi mentre Palla di Neve sostenne che bisognava far scoppiare al più presto la rivoluzione anche nelle fattorie vicine per fare in modo che l’uomo non fosse più un pericolo per nessuno. Nelle assemblee che si tenevano nel granaio per prendere decisioni relative alla conduzione della fattoria, Napoleon e Palla i Neve erano sempre in forte contrasto su ogni cosa su cui si potesse discutere.
La disputa più dura fu quella per la costruzione di un mulino a vento, proposta da Palla di Neve, che avrebbe dato alla fattoria energia elettrica. Napoleon riteneva inutile questo lavoro e, quando la votazione gli diede torto emise un alto grido. Nove cani dall’aspetto feroce irruppero nel granaio e attaccarono Palla di Neve. Il rivale di Napoleon fuggì, evitando di cadere vittima della muta inferocita, ma non fu mai più rivisto.
Grazie all’aiuto dei cani da lui addestrati Napoleon instaurò nella fattoria un regime totalitario da cui i maiali traevano beneficio. Con l’ausilio di un altro maiale, Clarinetto, faceva credere agli animali tutto ciò che voleva e, senza che essi se ne accorgessero modificò alcune parti dei sette comandamenti. I maiali iniziarono a comportarsi come gli uomini e a tenere per sé tutti gli utili della fattoria. Gli altri animali si trovarono in condizioni peggiori di quelle in cui erano prima della rivoluzione; ma la cosa che più di tutto turbò il loro animo fu il vedere i maiali camminare su due zampe, proprio come gli uomini.
ANALISI DEI PERSONAGGI:
GLI UOMINI, dal punto di vista degli animali rappresentano gli oppressori, i nemici, da cui liberarsi.I MAIALI sono definiti gli animali più intelligenti. Essi sin dall’inizio prendono il comando della fattoria poi, gradualmente, instaurano la dittatura e riportano gli altri animali ad un tenore di vita peggiore di quello in cui si trovavano prima della rivoluzione.
I CANI, spietati e feroci prestano fedele servizio ai maiali, affogando nel sangue ogni minima opposizione.
I CAVALLI e L’ASINO svolgono i lavori pesanti che nessun altro animale è in grado di fare.
LE PECORE, chiassose e stupide, non fanno altro che impedire ogni dibattito con i maiali a proposito delle loro decisioni.
GLI ANIMALI DA CORTILE, non svolgono nessun ruolo di rilievo nel racconto.
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RIASSUNTO:
RispondiEliminaEra una delle notti in cui il signor Jones se ne andava a letto ubriaco; una notte in cui gli animali della fattoria erano liberi di parlare a loro piacimento della loro drammatica condizione. Un anziano maiale, il Vecchio Maggiore, chiamò a raccolta gli animali della “Fattoria Padronale ”. Nel discorso di quella notte esortò tutti gli animali della fattoria a ribellarsi e a sottrarsi al giogo umano non appena se ne fosse presentata l’occasione; insegnò loro una canzone intitolata “Animali d’Inghilterra” che divenne l’inno degli animali della “Fattoria Padronale”. Tre giorni più tardi il Vecchio Maggiore morì ma le parole da lui pronunciate rimasero impresse nella memoria di tutti gli animali che le avevano ascoltate.
Nelle settimane seguenti i maiali, gli animali più intelligenti, sotto la guida di Napoleon e Palla di Neve, iniziarono ad organizzarsi e a preparare l’attuazione della rivoluzione profetizzata dal Vecchio maggiore. Il gran giorno, seppure all’imprevisto, non tardò ad arrivare.
Durante tutta la giornata il signor Jones e i suoi uomini non avevano fatto altro che ubriacarsi dimenticandosi di dar da mangiare agli animali i quali, inferociti per il lungo digiuno, si ribellarono e li cacciarono dalla fattoria. Il giorno seguente Palla di Neve scrisse su un muro della fattoria sette comandamenti che tutti gli animali avrebbero dovuto rispettare:
Tutto ciò che va su due gambe è nemico; tutto ciò che va su quattro gambe o ha ali è amico; nessun animale vestirà abiti; nessun animale dormirà in un letto; nessun animale berrà alcolici; nessun animale ucciderà un latro animale; tutti gli animali sono uguali.
Nelle settimane seguenti gli animali portarono avanti il lavoro nei campi; la fattoria divenne più efficiente di quanto non lo fosse mai stata. Il signor Jones, ubriaco da mattina a sera e deriso da tutti, meditava vendetta. La fattoria, ora ribattezzata “Fattoria degli animali”, prosperava e gli animali si moltiplicavano. Le cagne partorirono dando alla luce nove cuccioli che, una volta svezzati dalle madri, vennero presi sotto la personale tutela di Napoleon. Un giorno accadde ciò che gli animali da tempo temevano: il signor Jones tornò alla fattoria armato e accompagnato da altri uomini. Colti tutt’altro che impreparati, gli animali attaccarono tutti assieme e respinsero il tentativo di invasione.
Napoleon propose allora di procurare delle armi per la difendere la fattoria da altri eventuali attacchi mentre Palla di Neve sostenne che bisognava far scoppiare al più presto la rivoluzione anche nelle fattorie vicine per fare in modo che l’uomo non fosse più un pericolo per nessuno. Nelle assemblee che si tenevano nel granaio per prendere decisioni relative alla conduzione della fattoria, Napoleon e Palla i Neve erano sempre in forte contrasto su ogni cosa su cui si potesse discutere.
La disputa più dura fu quella per la costruzione di un mulino a vento, proposta da Palla di Neve, che avrebbe dato alla fattoria energia elettrica. Napoleon riteneva inutile questo lavoro e, quando la votazione gli diede torto emise un alto grido. Nove cani dall’aspetto feroce irruppero nel granaio e attaccarono Palla di Neve. Il rivale di Napoleon fuggì, evitando di cadere vittima della muta inferocita, ma non fu mai più rivisto.
Grazie all’aiuto dei cani da lui addestrati Napoleon instaurò nella fattoria un regime totalitario da cui i maiali traevano beneficio. Con l’ausilio di un altro maiale, Clarinetto, faceva credere agli animali tutto ciò che voleva e, senza che essi se ne accorgessero modificò alcune parti dei sette comandamenti. I maiali iniziarono a comportarsi come gli uomini e a tenere per sé tutti gli utili della fattoria. Gli altri animali si trovarono in condizioni peggiori di quelle in cui erano prima della rivoluzione; ma la cosa che più di tutto turbò il loro animo fu il vedere i maiali camminare su due zampe, proprio come gli uomini.