L'adiponectina è un ormone proteico che modula alcuni processi metabolici, inclusa la regolazione del glucosio e il catabolismo degli acidi grassi.
L'adiponectina è secreta unicamente dal tessuto adiposo nel flusso sanguigno ed è molto abbondante nel plasma sanguigno in funzione di altri ormoni.
I livelli di presenza dell'ormone sono inversamente collegati con la percentuale di grasso nel corpo degli adulti, gli obesi, infatti, producono livelli più bassi di questo ormone rispetto a individui normopeso.mentre non è ancora stata chiarita un'analoga associazione nei bambini.
L'adiponectina promuove l'ossidazione degli acidi grassi nei muscoli, ne riduce l'apporto al fegato e il contenuto di trigliceridi e diminuisce la produzione di glucosio a livello epatico.
I suoi recettori sono AdipoR1 e AdipoR2 che si trovano particolarmente nel muscolo e nel fegato. I recettori per l'adiponectina legando questo ormone inviano segnali a valle che attivano la AMPK (protein chinasi attivata da AMP, che non va confusa con la proteina chinasi A: PKA) che a sua volta fosforila l'Acetil-CoA carbossilasi, diminuendo la sintesi degli acidi grassi.
Dal 2009 la proteina è oggetto di studio nell'ambito di ricerche volte alla comprensione dei disturbi cardiovascolari.
Oggi un nuovo studio pubblicato su PLoS One dai ricercatori dell'Università del Piemonte Orientale “Amedeo Avogadro” apre nuove prospettive per la cura del problema, dimostrando che, almeno in età pediatrica, l'adiponectina, una molecola prodotta dal tessuto adiposo, è direttamente coinvolta nel problema e che l'assunzione di vitamina D è in grado di regolarne la produzione.
L'esatto rapporto che intercorre tra obesità e carenza di vitamina D non è ancora stato chiarito. Entrambi i problemi sono associati ad altre problematiche di salute, come l'ipertensione, il diabete e la resistenza all'insulina, la steatosi epatica e la sindrome metabolica. Inoltre un deficit di vitamina D sembra essere coinvolto in danni agli organi a lungo termine.
Gillian E. Walker ha identificato 53 proteine plasmatiche con differente espressione nei soggetti obesi deficitari di vitamina D rispetto a coloro che presentavano adeguati livelli di vitamina D
Tra queste, è stata riconosciuta l’adiponectina, una adipochina prodotta dal tessuto adiposo: l’adiponectina si è confermata ridotta nei soggetti con deficit di vitamina D, con miglioramento dopo supplementazione per 12 mesi. È stato, inoltre, rilevato un effetto diretto della vitamina D sulla sintesi di adiponectina a livello delle cellule adipose, dimostrando come essa ne promuova la produzione in cellule del tessuto grasso cresciute in coltura.
Questa scoperta potrebbe aprire la strada non solo ad una maggiore comprensione del ruolo della carenza di vitamina D nell'obesità, ma anche dell'eventuale effetto protettivo dell'assunzione di vitamina D in età pediatrica dai danni causati dall'infiammazione associata alle forme di obesità che colpiscono i bambini.
Nessun commento:
Posta un commento
Questo post ti è stato utile?
Mi aiuteresti a far Crescere questo Blog ?
Puoi Commentare , Condividere e anche fare una piccola Donazione