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08 novembre 2013

Metalli pesanti - Si concentrano, danneggiando in particolare alcuni organi e sono spesso un fattore aggravante o determinante, in numerose malattie croniche.

Uno dei molteplici problemi legati alla nostra società “moderna” e tecnologicamente evoluta è il fatto che il nostro ambiente è impregnato di metalli pesanti (arsenico, piombo, nickel, alluminio, mercurio,cadmio ed altri)- a nostra insaputa. Purtroppo non c’è via di scampo; si trovano ovunque: nell’aria (tubi di scappamento, industrie), a volte nelle pentole, pile, cosmetici, deodoranti, vaccini, otturazioni dentarie, alimenti, e a volte anche nell’acqua potabile.

Forse non tutti sanno che molti metalli pesanti, come il mercurio, il cadmio e il piombo, alluminio sono diffusi nell'ambiente e nel cibo che mangiamo e non tutti sanno che il loro accumulo nell'organismo può causare problemi nervosi, malattie immunitarie e tumori.

Nella letteratura scientifica vengono normalmente considerati metalli pesanti i seguenti elementi: alluminio, ferro, argento, bario, berillio, cadmio, cobalto, cromo, manganese, mercurio, molibdeno, nichel, piombo, rame, stagno, titanio, tallio, vanadio, zinco, ed alcuni metalloidi con proprieta' simili a quelle dei metalli pesanti, quali l’Äôarsenico, il bismuto ed il selenio. All’Äôinterno dei metalli pesanti si distinguono i metalli indispensabili per gli organismi viventi, con potenziale tossicita', vale a dire: ferro, cobalto, cromo, rame, manganese, molibdeno, selenio, zinco; dai metalli ritenuti prevalentemente tossici: alluminio, arsenico, berillio, cadmio, mercurio, nichel e piombo. Quando si parla di inquinamento da metalli pesanti, ci si riferisce normalmente solo ad alcuni di questi elementi, i maggiori responsabili dei danni ambientali, ossia: il mercurio, il cadmio,il cromo e il piombo.

Tra le varie sostanze inquinanti al giorno d’oggi diffuse in massa
 nell’ ambiente, i metalli pesanti sono i composti piu' dannosi , si legano con le strutture cellulari in cui si depositano,ostacolando lo svolgimento di determinate funzioni vitali. I gruppi sulfidrici (SH) , normalmente presenti negli enzimi che controllano la velocita' delle reazioni metaboliche nel corpo umano, si legano facilmente ai metalli pesanti, il complesso metallo-zolfo risultante interessa tutto l'enzima che non puo' funzionare normalmente perdendo la propria funzionalita' di catalizzatore.

I metalli si concentrano, danneggiando in particolare  alcuni organi ( come cervello, fegato e reni) e nelle ossa, e sono spesso un fattore aggravante o determinante, in numerose malattie croniche.

Danni all'organismo
  • Allumino - Danni al sistema nervoso centrale, demenza, perdita di memoria Il sintomo principale di avvelenamento da alluminio, è la perdita della funzione intellettuale, smemoratezza, mancanza di concentrazione, e in casi estremi, la demenza conclamata. È anche noto per provocare rammollimento osseo e perdita di massa ossea, danneggiamento del rene e altri danni ai tessuti molli, in dosi elevate può causare arresto cardiaco.
  • Antimonio - Danni cardiaci, diarrea, vomito, ulcera allo stomaco
  • Arsenico - Cancro linfatico, cancro al fegato, cancro della pelle
  • Bario - Aumento della pressione arteriosa, paralisi
  • Bismuto - Dermatite, stomatite ulcerosa, diarrea
  • Cadmio - Diarrea, dolori di stomaco, vomito, fratture ossee, danni immunitari, disordini psicologici,alopecia, anemia, anoressia, anosmia, enfisema, affaticabilità, epatopatie, psicosi, stanchezza, ipertensione, osteoporosi, lombalgia, pelle secca e denti gialli.
    E' un minerale estremamente tossico, determina alterazioni cardiovascolari , iperattività nervosa, deficit immunologici e renali.
    La ricerca ha indicato che il cadmio diminuisce alcune funzioni del sistema immunitario, principalmente riducendo la resistenza a batteri ed a virus.
  • Cromo - Danni ai reni e al fegato, problemi respiratori, cancro polmonare, morte
  • Rame - Irritazioni al naso, bocca ed occhi, cirrosi epatica, danni al cervello e ai reni
  • Gallio - Irritazione alla gola, difficolta' respiratorie, dolori alla cassa toracica
  • Afnio - Irritazione agli occhi, alla pelle e alle mucose
  • Indio - Danni al cuore, reni e fegato
  • Iridio - Irritazione agli occhi e al tratto digestivo
  • Lantanio - Cancro polmonare, danni al fegato. E’Äô presente nei televisori a colori
  • Piombo - Frutta, verdura, carni, cereali, vino, sigarette ne contengono. Causa danni al cervello, disfunzioni alla nascita, danni ai reni, difficolta' di apprendimento, distruzione del sistema nervoso,anemia, anoressia, ansietà, difficoltà di concentrazione, confusione, costipazione, depressione, facile affaticabilità, cefalea, ipertensione, in coordinazione, irritabilità, turbe della memoria, ridotto quoziente intellettivo, iperattività, dolori addominali, dolori alle ossa, muscoli e tremore.
  • Manganese - Coagulazione del sangue, intolleranza al glucosio, disordini allo scheletro
  • Mercurio - Distruzione del sistema nervoso, danni al cervello, danni al DNA
  • Nickel - Embolia polmonare, difficolta' respiratorie, asma e bronchite cronica, reazione allergiche della pelle,cancro del polmone e del setto nasale.Il Dipartimento Unione Sportiva della Salute e dei Servizi (DHHS) ha stabilito che il nichel può ragionevolmente essere considerato un agente cancerogeno.
  • Palladio - Altamente tossico e carcinogeno, irritante
  • Platino - Alterazioni del DNA, cancro, danni all’Äôintestino e reni
  • Rodio - Macchie alla pelle, potenzialmente tossico e cancerogeno
  • Rutenio - Altamente tossico e carcinogeno, danni alle ossa
  • Scandio - Embolia polmonare, minaccia il fegato quando accumulato nel corpo
  • Argento - Usato come colorante E174, emicrania, difficolta' respiratorie, allergie della pelle, estremamente concentrato causa coma e morte
  • Stronzio - Cancro ai polmoni, nei bambini difficolta' di sviluppo delle ossa
  • Tantalio - Irritazione agli occhi, e alla pelle, lesione del tratto respiratorio superiore
  • Tallio - Usato come veleno per topi, danni allo stomaco, al sistema nervoso, coma e morte, per chi sopravvive al Tallio rimangono danni al sistema nervoso e paralisi
  • Stagno - Irritazione agli occhi e alla pelle, emicrania, dolori di stomaco, difficolta' ad urinare
  • Tungsteno - Danni alle mucose e alle membrane, irritazione agli occhi
  • Vanadio - Disturbi cardiaci e cardiovascolari, infiammazioni allo stomaco ed intestino
  • Ittrio - Altamente tossico, cancro ai polmoni, embolia polmonare, danni al fegato
Il mineralogramma del capello consente di determinare l’accumulo nei tessuti di molti minerali (utili o tossici): il capello infatti trattiene i minerali nel corso della sua crescita ed è quindi un indicatore affidabile delle concentrazioni presenti mediamente nei tessuti.
Il mineralogramma è un test riconosciuto dal OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità) che completa le indagini cliniche già in uso, in grado di apportare informazioni sulla funzionalità del metabolismo rilevando quali equilibri siano stati alterati, di quali integratori minerali e vitaminici abbiamo bisogno, quali metalli tossici stiamo accumulando molto prima che si manifestino i sintomi o che le analisi rivelino la loro presenza.

Gli effetti dei metalli sono molteplicipossono determinare fenomeni irritativi, intossicazioni acute e croniche, possono avere azione mutagena o cancerogena. Anche gli organi o gli apparati colpiti sono molto diversi: si va dal sangue al rene, al sistema nervoso centrale o periferico, al sistema respiratorio, all'apparato gastrointestinale, all'apparato cardiovascolare e alla cute.
Ricordo che le scie chimiche contengono metalli pesanti che vengono irrorati sopra le nostre teste finendo nell'ara, acqua e cibo.

Come disintossicarsi dai metalli pesanti

I metalli tossici sono sostanze inquinanti che penetrano in maniera insidiosa nel nostro organismo attraverso cibi, bevande, aria, acqua, cosmetici, farmaci, vestiti, vernici e oggetti di uso. Sono pericolosi perché tendono a bioaccumularsi: tendono cioè ad aumentare la propria concentrazione in un organismo biologico.
Come disintossicarsi
Si accumulano lentamente e progressivamente nelle ossa, nel fegato, nei reni, nei tessuti connettivi, nel cervello e in altri organi. Il nostro organismo non riesce, con i normali processi detossinanti, a rimuoverli. 
Senza l’ausilio di sostanze chelanti, capaci di legarsi al metallo e di trasportarlo all’esterno dell’organismo, permangono per decenni e rappresentano un serio pericolo per la salute.
I metalli pesanti sono nelle pentole (in alluminio, acciaio con nichel) nei cibi e addirittura nei farmaci (ad esempio gli antiacidi contenenti idrossido di alluminio come il MAALOX), nei vaccini e nei cosmetici. 
Ogni giorno, ogni giorno accumuliamo e accumuliamo sempre di più metalli pesanti nel corpo che bloccano l´attività di numerosi complessi enzimatici, mentre l´eliminazione avviene solo in minima parte, per salivazione, traspirazione, allattamento (!!), ecc. I metalli si concentrano, danneggiandoli, in particolare in alcuni organi ( come cervello, fegato e reni) e nelle ossa, e sono spesso un fattore aggravante, quando non determinante, in numerose malattie croniche. 
Dall’Università di Firenze uno studio internazionale ipotizza che la malattia sia la conseguenza dell’esposizione al Cadmio
FIRENZE - Il gruppo di ricerca della Facoltà di Medicina dell’Università di Firenze guidato dai Prof. Gulisano e Ruggiero, ha recentemente pubblicato un articolo scientifico sulla prestigiosa rivista Medical Hypotheses dove si ipotizza per la prima volta una relazione tra esposizione al Cadmio e Sindrome da Fatica Cronica (definita anche Encefalomielite Mialgica).
Questa sindrome neurologica invalidante colpisce milioni di persone nel mondo e si calcola che in Italia i malati siano nell’ordine delle centinaia  di migliaia anche se purtroppo in molti di loro la malattia non è correttamente  diagnosticata. Infatti la diagnosi risulta incerta, lunga e complessa e spesso i malati  sono costretti a subire esami diagnostici per mesi e mesi prima di arrivare alla diagnosi. Come per molte malattie neurodegenerative, le cause non sono note e la terapia, spesso soltanto palliativa, ha scarsi risultati.

Il gruppo di ricerca fiorentino, nell’articolo pubblicato, ipotizza per la prima volta un legame tra la malattia ed esposizione al Cadmio. Il Cadmio è un metallo pesante cancerogeno molto diffuso nei paesi industrializzati, che si produce nell’inquinamento urbano, nell’incenerimento dei rifiuti, nell’elettronica da consumo (batterie al Cadmio), nei processi industriali, nell’edilizia e nel fumo di tabacco.

I ricercatori fiorentini, dopo aver dimostrato i danni indotti dal Cadmio sui neuroni umani, hanno messo a punto una tecnica ecografica semplice e priva di rischi che permette di studiare la corteccia cerebrale senza l’uso di radiazioni, in modo da evidenziare fenomeni di infiammazione o di danno cerebrale nei pazienti affetti da Sindrome da Fatica Cronica e nei soggetti esposti al Cadmio. In questa maniera, sarà possibile diagnosticare precocemente i danni neurotossici conseguenti all’esposizione al Cadmio (ad esempio nei fumatori o nelle persone che vivono in prossimità di aree inquinate, di impianti industriali o inceneritori) ed individuare i sintomi della Sindrome da Fatica Cronica in modo da intervenire il prima possibile. Sarà anche possibile monitorare la malattia e la risposta alle diverse terapie in via di sperimentazione nel mondo, con l’auspicio di poter osservare una reversione del danno cerebrale.

Il prestigio internazionale della rivista dove i ricercatori fiorentini hanno pubblicato questo studio all’avanguardia ètestimoniato dalla presenza nel comitato editoriale dei Premi Nobel Arvid Carlsson, John Eccles, Frank Macfarlane Burnet e Linus Pauling, e del pioniere della filosofia della scienza, Sir Karl Popper.

L’articolo, con le immagini relative, è reperibile online sul sito della rivista Medical Hypotheses ed è inoltre stato immediatamente inserito nel database della National Library of Medicine (NIH) del Governo degli Stati Uniti d’America.





2 commenti:

  1. Metalli pesanti e malattie neurologiche (in particolare SLA)
    Anche se non è certo possibile pensare che un accumulo di metalli pesanti sia LA causa unica di numerose patologie del sistema nervoso, compresa la SLA (sarebbero necessari ulteriori studi sull'argomento), potrebbe trattarsi di un fattore negativo che si associa ad altre influenze nocive, aggravandole, oppure che peggiora uno stato di malattia già esistente. Cercare di accertare se vi sia un eventuale eccesso, eliminarlo almeno parzialmente e cercare perlomeno di evitare ulteriori accumuli non può che far bene.
    Gradualmente iniziano ad emergere determinate statistiche: qualche anno fa, il Lancet (una rivista tra le più autorevoli in campo medico-scientifico) ha pubblicato uno studio che dimostrava una correlazione tra il morbo di Alzheimer ed un accumulo di alluminio nell’organismo. Altri studi invece dimostrano un collegamento tra la Sclerosi Multipla, l’Autismo e la presenza di mercurio, altri il nesso tra cadmio, piombo e SLA, altri infine l’effetto nocivo dei metalli pesanti sul sistema immunitario. Le cellule del cervello, data la loro importanza, godono di una particolare protezione, costituita dalla barriera emato-encefalica, che trattiene, non lasciandoli passare, molti veleni e sostanze nocive; la protezione non è però assoluta.

    http://guide.supereva.it/patologie_croniche/interventi/2006/02/245023.shtml

    NB:Nel mio caso sono sicuro che lo stress lavoro correlato e l'inalazione di sostanze chimiche da lavorazioni di metalli pesanti ha causato Sindrome da stanchezza cronica e Fibromialgia..... Ma è difficile provarlo qui in italia !!!

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  2. La sindrome itai - itai
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    In Giappone si è verificata una grave forma di inquinamento ambientale tra gli anni '60 e '70: il più grave incidente ambientale nel mondo riguardante il cadmio è avvenuto nella regione di Jintsu, dove le colture di riso per il consumo locale venivano effettuate con acqua di irrigazione attinta da un fiume contaminato da cadmio proveniente da operazioni di estrazione e fusione dello zinco che si svolgevano a monte della regione stessa. La malattia, riscontrata nel 1946, è caratterizzata da osteomalacia con fratture patologiche, con incidenza prevalente fra donne di età medio - avanzata. I sintomi prevalenti erano dolori ai reni, da cui il nome dato alla sindrome "Itai, itai" (grido di dolore equivalente a "ahi, ahi") così denominata per gli acuti dolori localizzati alle articolazioni. La causa venne riconosciuta in una intossicazione cronica da cadmio di origine alimentare, per la contaminazione di origine industriale delle acque, quindi dei cibi. L'assunzione del cadmio da parte dei pazienti affetti da itai - itai fu stimata pari circa dieci volte l'ingestione media dei Nordamericani. Anche il riso coltivato in altre zone del Giappone risulta spesso contaminato da elevate concentrazioni di cadmio; l'assunzione media di cadmio con l'alimentazione da parte dei Giapponesi è quindi sostanzialmente superiore rispetto a quella delle popolazioni di altri paesi industrializzati. Esiste la prova che l'esposizione cronica al cadmio comporti, alla fine, una maggiore probabilità di contrarre malattie renali. La concentrazione media di cadmio nell'uomo è in aumento e in Giappone la quantità giornaliera media di cadmio ingerito sta avvicinandosi al livello massimo raccomandato dalle autorità sanitarie, sebbene tale limite sia stato fissato tenendo conto di un ampio fattore di sicurezza. Il cadmio risulta un tossico in grado di accumularsi nell'organismo se non viene eliminato rapidamente; la sua vita media nell'organismo è di parecchi decenni. Le zone a maggior rischio risultano il Giappone e l'Europa centrale; in questi territori l'inquinamento del suolo da cadmio è particolarmente elevato per la contaminazione dovuta a produzioni industriali. Diverse malattie sono connesse all'inquinamento da cadmio, la malattia itai - itai, che scoppiò nel bacino del fiume Jinzu-gawa nella prefettura di Toyama, i disturbi respiratori delle cinture industriali di Tokyo - Yokohama, Nagoya e Osaka - Kobe. Queste forme di inquinamento furono il risultato delle priorità date alla rapida crescita economica e dell'abbassamento degli standard per la protezione della salute e della sicurezza della popolazione. Le conseguenze portarono il Giappone a stabilire dagli anni '60 in poi regole rigide per proteggere l'ambiente. Per il cadmio, il principale legame è con le cellule del sangue, mentre gli effetti tossici sono stati accertati a carico del rene e dell'osso. Test di laboratorio hanno confermato che può indurre una serie di tumori come quelli alla prostata e ai polmoni.

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