Metalli pesanti e malattie neurologiche
I bambini vaccinati rischiano di sviluppare fino al 500% di patologie in più rispetto ai non vaccinati
Uno dei molteplici problemi legati alla nostra società “moderna” e tecnologicamente evoluta è il
fatto che il nostro ambiente è impregnato di metalli pesanti (arsenico,
piombo, nickel, alluminio, mercurio,cadmio ed altri)- a nostra
insaputa. Purtroppo non c’è via di scampo; si trovano ovunque: nell’aria
(tubi di scappamento, industrie), a volte nelle pentole, pile,
cosmetici, deodoranti, vaccini, otturazioni dentarie, alimenti, e a
volte anche nell’acqua potabile.
Sull’argomento avevo già
scritto in generale in un precedente intervento. Qui invece vorrei
esaminare l’influsso nocivo di un eccesso di metalli pesanti su uno dei
sistemi più delicati, quello nervoso, ed in particolare in relazione ad
una malattia, la Sclerosi Laterale Amiotrofica (SLA), la cui frequenza è
quasi raddoppiata nel giro degli ultimi decenni.
Nel
contemplare l’organismo umano è opportuno tenere presente che la
fisiologia dell’uomo odierno è tutt’ora quasi invariata rispetto a
quella dei nostri antenati di migliaia di anni fa, ed anche oggi non
disponiamo di meccanismi di difesa in grado di proteggerci efficacemente
contro i metalli pesanti; ne vengono eliminate quantità infinitesimali,
e alcuni organismi li eliminano più efficacemente mentre in altri
l’accumulo è più rapido. L’accumulo è progressivo nei tessuti e negli
organi, a livello intracellulare, con effetti nocivi. Come se ciò non
bastasse, quando oltre ai metalli pesanti sono presenti altre tossine,
vi è un potenziamento reciproco, con un incremento notevole del livello
di tossicità in generale.
La medicina allopatica da secoli
descrive e tratta intossicazioni acute da metalli pesanti (l’esempio più
noto è l’intossicazione da piombo, della quale si parlava già ai tempi
degli antichi Romani), senza rendersi conto invece dei danni causati da
un accumulo lieve ma cronico e costante dei medesimi. Due statistiche
interessanti:
1. Nelle ossa degli scheletri di persone morte
negli ultimi cinquanta anni il livello di piombo presente, rispetto a
quello contenuto negli scheletri di persone morte nell’era
preindustriale, è superiore di 500 volte.
2. Se si prelevasse
un’otturazione dei denti a base di amalgama, che molti di noi hanno in
bocca e la si gettasse in un lago, vi sarebbe, per eccesso di mercurio,
un divieto di pesca, nuoto ed immersione nel lago in base alla
legislazione di molti Stati.
Gradualmente iniziano ad emergere
determinate statistiche: qualche anno fa, il Lancet (una rivista tra le
più autorevoli in campo medico-scientifico) ha pubblicato uno studio che
dimostrava una correlazione tra il morbo di Alzheimer ed un accumulo di
alluminio nell’organismo. Altri studi invece dimostrano un collegamento
tra la Sclerosi Multipla, l’Autismo e la presenza di mercurio, altri il
nesso tra cadmio, piombo e SLA, altri infine l’effetto nocivo dei
metalli pesanti sul sistema immunitario. Le cellule del cervello, data
la loro importanza, godono di una particolare protezione, costituita
dalla barriera emato-encefalica, che trattiene, non lasciandoli passare,
molti veleni e sostanze nocive; la protezione non è però assoluta. Così
ad esempio le molecole di mercurio sono talmente piccole che a quanto
pare riescono ad attraversare la barriera: l’antica espressione popolare
inglese “mad as a hatter” (matto come un cappellaio) deriva dal fatto
che secoli fa chi confezionava i cappelli veniva a contatto con notevoli
quantità di mercurio e dopo un po’ spesso dava segni di squilibrio
mentale. Vi sono poi delle sostanze che indeboliscono e rendono la
barriera più facilmente attraversabile, come ad esempio l’acido citrico (
di cui sono ad es. ricche le bibite come la Coca-Cola e la Fanta, per
di più contenute in lattine d’alluminio che viene sciolto dall’acido!)
SINTOMATOLOGIA E REAZIONE DELL’ORGANISMO
La diagnosi di un accumulo tossico di metalli pesanti non è semplice;
ci vuole un medico esperto ed informato. I sintomi a livello clinico
sono generalmente molto vaghi: stanchezza, astenia, cefalea,
depressione, nausea, disturbi intestinali, dolori addominali Spesso uno
di questi sintomi viene classificato e trattato con i farmaci consueti.
Ad esempio, ci sono stati casi di “depressioni refrattarie a trattamenti
farmacologici” causate da un accumulo di metalli pesanti; oppure casi
di “gastrite” trattati per anni con “antiacidi” (che spesso contengono
alluminio). Inoltre, paradossalmente, gli eccipienti di numerosi farmaci
contengono metalli pesanti.
Ogni essere umano è un individuo
unico: questo implica che la patogenesi della malattia in ognuno è un
caso a sé. Per questo motivo, le manifestazioni e/o le malattie causate
da un’intossicazione da metalli pesanti variano da persona a persona.
Descrivo 3 casi dal mio studio:
1. Paziente affetto da asma
allergico. Livelli altissimi di alluminio e nickel (contatti con questi
metalli sul posto di lavoro).
2. Paziente in apparente buona
salute; poco tempo dopo l’estrazione di otturazioni dentarie
all’amalgama, comparsa di affezione cardiaca, deterioramento della
vista, malessere generale. Livelli altissimi di mercurio. (Durante le
estrazioni di otturazioni all’amalgama, se non sono fatte da dentisti
molto esperti che seguono le necessarie precauzioni, possono essere
rilasciate nell’organismo elevate quantità di mercurio.
3.
Paziente affetto da Sclerosi Multipla in stadio avanzato. Comparsa dei
primi sintomi qualche mese dopo una vaccinazione. Livelli altissimi di
mercurio; fino ad alcuni anni fa il mercurio era contenuto, come
conservante, in numerosi vaccini e molti hanno messo in relazione il
grande aumento dell’autismo tra i bambini con l’accumulo di mercurio
causato dalla serie di vaccinazioni consecutive alle quali è sottoposto
nei primi mesi di vita il fragile organismo dei neonati. La dr. Amy
Yasko, in America, ha un calendario d’appuntamenti pieno fino al 2010
perché, a quanto pare, sarebbe riuscita a risolvere tutti i casi di
autismo da lei trattati con una particolare forma di disintossicazione
dal mercurio.
INTERPRETAZIONE DI QUESTI DATI NEL CONTESTO DELLA SLA
Sarebbe scorretto sostenere che un accumulo di metalli pesanti sia LA
causa unica di numerose patologie del sistema nervoso, compresa la SLA
(ci sarebbe comunque bisogno di ulteriori studi sul ruolo dei metalli
pesanti nel contesto della SLA); potrebbe però trattarsi di un fattore
negativo che si unisce ad altre influenze nocive e che peggiora uno
stato di malattia già pre-esistente.
Mi è capitato non
raramente di sentire colleghi rinomati dire: “Non ci credo alla storia
dei metalli pesanti” A mio avviso non si tratta di “credere” o “non
credere”; è risaputo e dimostrato scientificamente che i metalli pesanti
sono tossici per le cellule di qualsiasi organo o tessuto vivente ed in
certi casi, in particolare in organismi già indeboliti o in cui la
disintossicazione funziona meno bene, possono verificarsi le conseguenze
ed effetti nocivi sopra-elencati.
Se poi si inseriscono nella
banca-dati MEDLINE i termini “heavy metals” ed ALS si trovano numerosi
studi che dimostrano l’esistenza di un collegamento.
Non vale
forse la pena, nel contesto di una malattia aggressiva come la SLA, ed
in cui i fattori eziologici sono tutt’ora sconosciuti, accertare se vi
sia un accumulo eccessivo di metalli pesanti nell’organismo???
E’ noto che livelli eccessivi di metalli pur benefici ed indispensabili
per l’organismo, come il ferro ed il rame, se presenti in eccesso (come
avviene in caso di emocromatosi e morbo di Wilson), possono provocare
danni a vari organi; è necessario quindi che anche i metalli benefici
siano presenti in quantità non eccessive e nelle proporzioni giuste
l’uno con l’altro. Come è possibile quindi pensare che non sia
importante controllare la quantità presente nell’organismo di metalli
tossici e che questi, anche se presenti in quantità persino superiori a
quelle purtroppo oggi divenute “normali”, non facciano comunque male e
non sia necessario preoccuparsi di eliminarne almeno una parte ? Quali e
quanti danni può provocare una loro presenza in quantità eccessiva?
Nella SLA è noto il ruolo fondamentale che svolge l’enzima superossido
dismutasi Cu -Zn (rame-zinco) SOD1; è noto anche l’antagonismo esistente
tra questi due metalli, nel senso che un eccesso di rame ostacola
l’assimilazione dello zinco e viceversa. Per i metalli nocivi si sa ad
esempio che il mercurio è un antagonista dell’indispensabile selenio,
sono note alcune altre interferenze ed antagonismi ma resta molto da
imparare.
I LIVELLI DI METALLI PESANTI NEL CORPO UMANO
I metalli pesanti si depositano nei vari organi e tessuti; per questo
motivo non è possibile determinare con precisione lo stato di
intossicazione solo tramite un prelievo del sangue. E’ possibile
misurare i livelli dei vari metalli pesanti da un’analisi del capello (a
tale scopo bisogna sacrificare una ciocca di capelli). I capelli sono
uno “specchio” dello stato dell’organismo; oltre al fatto che i metalli
pesanti si accumulano nel capello, è anche possibile misurare i livelli
di minerali ed elementi esenziali (effettuando il “mineralogramma” del
capello) ed individuare eventuali carenze/eccessi di minerali. Ci sono
vari laboratori specialistici presso i quali è possibile determinare i
livelli presenti di metalli pesanti e minerali nell’organismo. Il test
più attendibile (quello “da provocazione”, effettuato misurando i
livelli di metalli eliminati nell’urina dopo la somministrazione per
iniezione di una consistente dose di EDTA, è da evitare in un organismo
già indebolito come quello degli ammalati di SLA perché potrebbe
costituire uno stress, pur temporaneo, non tollerabile.
Il
livello “normale” di qualsiasi metallo pesante nell’organismo umano
dovrebbe essere 0,00, dopodiché vi sono livelli “accettabili” e livelli
tossici.
LA TERAPIA CHELANTE
Se si accerta la presenza
di livelli tossici di metalli pesanti, il modo migliore per eliminarli
consiste, per chi è ancora in uno stato di salute relativamente buono,
nell’effettuare cicli di TERAPIA CHELANTE per via endovenosa. “Chelante”
deriva dal Greco “cheles” (chele del granchio. Un agente chelante
“intrappola” la molecola del metallo pesante, il quale viene eliminato
dal corpo per via renale). L’agente chelante maggiormente utilizzato è
l’EDTA (ha un nome chimico lunghissimo, ma si tratta di 4 molecole di
aceto!).
La terapia chelante dovrebbe essere effettuata da un
esperto in materia; ma a questo punto bisogna evidenziare un fatto di
notevole rilevanza nel contesto della SLA. L’EDTA viene, nella terapia
chelante classica, somministrato per via endovenosa. L’eliminazione dei
metalli pesanti può provocare reazioni di disintossicazione, ed un
organismo già provato ed indebolito potrebbe anche non sopportare tali
reazioni, e ne risulterebbe un peggioramento della situazione globale.
In questi casi, è opportuno intraprendere una cura molto più blanda:
Agenti naturali con effetto chelante blando: clorella, acido ascorbico
(Vitamina C), aglio, spirulina, tè verde, pectina. Alcuni metalli che,
in quanità minime, sono indispnsabili per l’organismo, come lo zinco ed
il selenio (si trovano in molti integratori alimentari) e svolgono un
effetto favorevole anche contro i metalli pesanti.
EDTA in
polvere, da assumere per via orale; si può ordinare presso varie
farmacie (l’EDTA di solito si trova “legato” ad un’altra molecola, ad
esempio, sodio –NaEDTA-,calcio –CaEDTA-, magnesio -MgEDTA- oppure
potassio –KEDTA. In questo modo, si può somministrare per via orale
(attenzione! Può essere irritante nel contesto di gastriti) oppure se ne
può sciogliere 1 cucchiaino nell’acqua del bagno (i metalli pesanti,
legati all’EDTA si possono anche eliminare attraverso la pelle, un
organo in sé, deputato anche a processi di disintossicazione).
EDTA in supposta: l’effetto è già più potente rispetto all’EDTA in polvere; si può ordinare presso farmacie tedesche.
Glutatione: questa è una sostanza endogena deputata all’eliminazione di
sostanze tossiche. E’ stato accertato che nella maggior parte delle
malattie croniche, i livelli endogeni di questa sostanza sono bassi.
Preparati per iniezioni a base di glutatione si trovano nelle farmacie
italiane ( è necessaria una ricetta medica). L’effetto per via
intramuscolare à molto blando (l’assorbimento è minimo) e più potente
per via endovenosa.
L’EDTA può “non distinguere” un metallo
pesante da un elemento fondamentale per l’organismo, eliminando vari
minerali e vitamine oltre ai metalli pesanti. Per questo motivo è molto
importante, durante e specialmente dopo un ciclo di terapia chelante,
reintegrare vari elementi: le vitamine del gruppo B, magnesio, zinco,
selenio, manganese, cromo ed altri
Durante la terapia chelante,
è importante aumentare la quantità d’acqua assunta nell’arco delle 24
ore (fino ai 3 litri) per aiutare i reni nell’eliminazione dei metalli
pesanti.
Per intraprendere una terapia chelante anche in forma
blanda, è comunque opportuno –è necessario, per chi sia già ammalato-
farsi consigliare da un esperto in materia ed è essenziale agire in
accordo con il proprio medico curante. In linea generale, si possono
intraprendere cicli di qualche mese varie volte all’anno, con 2-4 mesi
di intervallo tra i cicli.
EVITARE ULTERIORI DANNI DA METALLI
Oltre a cercare, con le cautele del caso, di eliminare i metalli
accumulati, è di vitale importanza evitare di continuare ad avvelenarsi.
Non possiamo purtroppo cambiare l’aria che respiriamo e tutti i veleni
dell’ambiente circostante, e non è il caso di diventare troppo timorosi
al riguardo. Vale però la pena di effettuare un minimo di sforzo per
cercare di controllare l’ ambiente di casa e le sostanze che ingeriamo o
sono a contatto immediato con il nostro corpo. Sono da scegliere con
cure i materiali (vernici, rivestimenti ecc.) usati in casa, e
soprattutto la qualità dell’acqua. Molte tubature, soprattutto se
vecchie, rilasciano nell’acqua quantità notevoli di metalli pesanti. E’
vero che quasi nessuno beve più l’acqua del rubinetto, ma si continua in
genere ad usarla per cucinare (minestre, caffè ecc.), ed è inoltre
ingente la quantità di metalli che si può assorbire attraverso la pelle o
inalare quando si fa il bagno o la doccia. E’ quindi consigliabile
applicare ai rubinetti del bagno dei filtri che trattengano cloro e
metalli.
Una quantità non trascurabile di alluminio e altri
metalli nocivi è inoltre contenuta in vari preparati e cosmetici come
deodoranti, anti-perspiranti (che in particolare nelle donne sono
applicati in una zona molto delicata, e vi sono studi che ipotizzano un
nesso tra il grande uso di anti-perspiranti e l’elevato tasso di tumori
al seno tra le donne americane ).
In particolare gli ammalati
di SLA dovrebbero cercare di evitare ogni contatto con il cadmio (spesso
rilasciato nell’acqua dalle tubature). Segnalo a questo proposito uno
studio pubblicato sulla rivista americana di Medicina del lavoro e
dell’ambiente ( J Occup Environ Health 2001 Apr-Jun; 7 (2):109-12) sul
caso di un operaio di un’industria di pile al cadmio, morto di SLA in
cui, nel constatare il nesso tra la presenza di cadmio e la SLA nel caso
in esame, si osserva che “il cadmio compromette la barriera
emato-encefalica, riduce i livelli di rame e zinco e
superossidodismutasi nel cervello e potenzia l’eccitotossicità del
glutammato “.
Basta considerare che il meccanismo d’azione del
più efficace preparato medico finora impiegato contro la SLA, il
Riluzolo, consiste appunto nel contrastare l’accumulo di glutammato, per
comprendere quanto danno possa procurare, in particolare a chi soffre
di SLA, questo potenziamento dell’eccitotossicità del glutammato
provocato dal cadmio ed anche, a quanto pare, dal piombo ed altri
metalli tossici.
Ma sul problema del glutammato e di altre
sostanze tossiche per le cellule del sistema nervoso scriverò in un
prossimo intervento. Nel frattempo, a chi capisca bene l’inglese
(purtroppo non conosco libri in italiano altrettanto esaurienti e di
rigore scientifico equivalente ma vi sono vari siti interessanti che si
possono trovare digitando su Google i termini glutammato monosodico
aspartame e neurotossine), consiglio vivamente di leggere il libro del
Neurochirurgo Dr. Russell Blaylock “Excitotoxins: The taste that kills”
(eccitotossine, il gusto che uccide); lo si può ordinare tramite
Internet.
Il maggiore esperto a livello mondiale sulla tematica
della terapia chelante è il Dr. Gary Gordon. Il suo sito web di oltre
400 pagine (www.gordonresearch.con) è ricco di studi scientifici ed
informazioni. Il sito della Società italiana di terapia chelante (SITeC)
èwww.ifa.it, quello della Accademia tedesca di terapia chelante (questa
terapia è stata scoperta molti decenni fa in Germania), presso la quale
ho effettuato la mia formazione in questo settore, è www.chelat.biz
TRatto da: http://dionidream.wordpress.com/2013/01/11/metalli-pesanti-e-malattie-neurologiche/
VISUALIZZAZIONI UTENTI
Raymond Bard nato nel 1972 Autore del Benessere Olistico e autore di diversi Gruppi e Progetti
Raymond Bard wellness coach dal 1998
Raymond Bard : Un'anima poliedrica al servizio del benessere
Nato il 12 gennaio 1972 a Catania e residente a Bergamo , è un uomo dal profilo multiforme, dedito al fitness, al benessere e alla crescita interiore. La sua passione per questo ambito affonda le radici nel 1995, anno in cui inizia ad esplorare, sperimentare e applicare diverse discipline.
Esperienza e competenze:
Personal trainer olistico: Offre un approccio completo al benessere, integrando fitness, alimentazione, energie sottili e discipline orientali.
Operatore olistico: Pratica diverse discipline occidentali e orientali, tra cui bioenergie, vibrazioni, frequenze, fotoni e fisica quantistica.
Motivatore e ristrutturatore di stile di vita: Aiuta le persone a trasformare la propria vita in meglio, insegnando loro a gestire eventi a catena, dualità, causa-effetto, legge del Karma, mentalità e realtà, livelli di coscienza.
Esperto di energie: Educa e gestisce le energie visibili e invisibili, insegnando tecniche di rilassamento, antistress, pensiero positivo, legge dell'attrazione, meditazione e respirazione.
Guida per la crescita interiore: Propone metodi innovativi per una crescita interiore rapida e proficua, basati sulla conoscenza delle energie vibrazionali.
Consulente e ideatore di progetti: Offre consulenza e supporto per la creazione di progetti sociali, educativi, ricreativi e culturali.
Insegnante di positività e legge di attrazione: Trasmette principi di positività, legge dell'attrazione, legge di risonanza, tecniche esoteriche, creazione di preghiere, mantra e frasi magiche.
Esperto di discipline olistiche: Pratica e insegna ginnastica posturale, riequilibrio energetico dei chakra, mental training, visualizzazione, psicologia dello sport e del rendimento lavorativo.
Ricercatore scientifico autonomo: Conduce studi e sperimenti su magnetismo, cristalloterapia, vibrazioni e frequenze benefiche, fisica quantistica, esoterismo, vitalismo, Karma, politeismo, campane tibetane, sciamanesimo, tantra, yoga, magia d'amore e altro ancora.
Allenatore personalizzato: Offre un servizio di personal training di alto livello a vip, manager, personaggi famosi e non, con un approccio olistico che si concentra sul benessere a 360 gradi.
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RispondiEliminaI metalli pesanti si depositano nei vari organi e tessuti; per questo motivo non è possibile determinare con precisione lo stato di intossicazione solo tramite un prelievo del sangue. E’ possibile misurare i livelli dei vari metalli pesanti da un’analisi del capello (a tale scopo bisogna sacrificare una ciocca di capelli). I capelli sono uno “specchio” dello stato dell’organismo; oltre al fatto che i metalli pesanti si accumulano nel capello, è anche possibile misurare i livelli di minerali ed elementi esenziali (effettuando il “mineralogramma” del capello) ed individuare eventuali carenze/eccessi di minerali. Ci sono vari laboratori specialistici presso i quali è possibile determinare i livelli presenti di metalli pesanti e minerali nell’organismo. Il test più attendibile (quello “da provocazione”, effettuato misurando i livelli di metalli eliminati nell’urina dopo la somministrazione per iniezione di una consistente dose di EDTA, è da evitare in un organismo già indebolito come quello degli ammalati di SLA perché potrebbe costituire uno stress, pur temporaneo, non tollerabile.
Il livello “normale” di qualsiasi metallo pesante nell’organismo umano dovrebbe essere 0,00, dopodiché vi sono livelli “accettabili” e livelli tossici.