Le dimissioni di Benedetto XVI e la profezia di Malachia sull’ultimo Papa
Papa Benedetto XVI
ha annunciato le sue dimissioni a partire dal prossimo 28 febbraio.
L’annuncio è stato fatto direttamente dal Santo Padre, nel corso di un
suo discorso in latino in Vaticano. “Il papa ha annunciato che
rinuncerà al suo ministero alle 20.00 (le 19 Gmt) del 28 febbraio.
Comincerà allora il periodo di ‘sede vacante‘”, ha precisato padre Federico Lombardi, con un annuncio praticamente senza precedenti nella storia della Chiesa Cattolica.
Torna subito in mente la profezia del vescovo irlandese Malachia che intorno al 1140 profetizzò, appunto, le successioni papali, “sino al tempo in cui Pietro sarebbe ritornato sulla terra per riprendere le chiavi della Chiesa“;
secondo alcuni, queste profezie sono state scritte con la
collaborazione ispirata di San Bernardo. Questa profezia fu pubblicata
per la prima volta dal benedettino dom Arnold Wion nel 1595 nel suo
libro “Lignum Vitae” e fino ad oggi hanno rispecchiato in modo
incredibilmente realistico quanto poi accaduto davvero. Nell profezie di
Malachia, Giovanni Paolo II (1978 – 2005) venne identificato come ”De labore solis“. Karol Wojtyla
verrà ricordato come il papa polacco, e molto probabilmente Malachia si
riferiva al fatto che egli proviene da un paese dell’est (“levante del
sole”); ma c’è anche chi ha appuntato l’attenzione sull’enorme lavoro di
diffusione della fede intrapreso durante il suo pontificato: egli è il
Papa che in assoluto ha visitato più paesi del mondo, ed ha portato la
Chiesa a possedere un “regno” su cui sembra non tramontare mai il
sole. Consultando il registro delle eclissi solari della Nasa si è
scoperto un fatto molto curioso, infatti risulta che papa Giovanni Paolo
II, nato il 18 maggio 1920, è nato proprio il giorno
di una eclissi solare; ed è morto il 2 aprile 2005, giorno in cui non è
avvenuta alcuna eclissi. Tuttavia la salma del pontefice è dovuta
rimanere esposta alle folle per un periodo insolitamente lungo, per
l’eccezionale numero di fedeli presentatisi per rendere l’ultimo saluto.
Per tale ragione il funerale e la tumulazione sono avvenuti solo l’8 aprile 2005. Tale giorno è stato anch’esso giorno di eclissi solare.
L’avvento al soglio pontificio di Benedetto XVI
combacia, nelle profezie di Malachia e Nostradamus, con l’arrivo di un
“Papa Nero”. Nello stemma di Benedetto XVI nel cantone sinistro dello
scudo vi è una testa di moro (un re negro) con labbra, corona e collare
rosso appunto il “De Gloria Olivae”, il Papa Nero di Malachia prima
dell’Apocalisse.
Il successore di Giovanni Paolo II, il cardinale tedesco Joseph Ratzinger, viene indicato attraverso il segno dell’ulivo, simbolo di pace: egli stesso nella sua prima Udienza Generale del 27 aprile 2005 ha voluto richiamarsi a Benedetto XV, il Papa che tentò in ogni modo di porre fine alla prima guerra mondiale: “egli“, ha detto Ratzinger, “fu coraggioso e autentico profeta di pace, e si adoperò con strenuo coraggio dapprima per evitare il dramma della guerra, e poi per limitarne le conseguenze nefaste. Sulle sue orme desidero porre il mio ministero a servizio della riconciliazione e dell’armonia tra gli uomini e i popoli, profondamente convinto che il grande bene della pace è innanzitutto dono di Dio“. Ma, come è stato segnalato, Benedetto XVI presenta altre sorprendenti attinenze con il motto di Malachia. Innanzitutto i membri dell’ordine benedettino sono noti anche come “olivetani“. Ancor più impressionante è il fatto che Ratzinger sia nato nel Sabato Santo del 1927, il 16 aprile, al culmine del periodo pasquale. Tutto il periodo è difatti sotto il segno dell’Ulivo, anche in considerazione del fatto che Gesù e i discepoli risiedettero per tutto il tempo proprio presso il Monte degli Ulivi, dall’ingresso in Gerusalemme fino all’arresto!
Il successore di Giovanni Paolo II, il cardinale tedesco Joseph Ratzinger, viene indicato attraverso il segno dell’ulivo, simbolo di pace: egli stesso nella sua prima Udienza Generale del 27 aprile 2005 ha voluto richiamarsi a Benedetto XV, il Papa che tentò in ogni modo di porre fine alla prima guerra mondiale: “egli“, ha detto Ratzinger, “fu coraggioso e autentico profeta di pace, e si adoperò con strenuo coraggio dapprima per evitare il dramma della guerra, e poi per limitarne le conseguenze nefaste. Sulle sue orme desidero porre il mio ministero a servizio della riconciliazione e dell’armonia tra gli uomini e i popoli, profondamente convinto che il grande bene della pace è innanzitutto dono di Dio“. Ma, come è stato segnalato, Benedetto XVI presenta altre sorprendenti attinenze con il motto di Malachia. Innanzitutto i membri dell’ordine benedettino sono noti anche come “olivetani“. Ancor più impressionante è il fatto che Ratzinger sia nato nel Sabato Santo del 1927, il 16 aprile, al culmine del periodo pasquale. Tutto il periodo è difatti sotto il segno dell’Ulivo, anche in considerazione del fatto che Gesù e i discepoli risiedettero per tutto il tempo proprio presso il Monte degli Ulivi, dall’ingresso in Gerusalemme fino all’arresto!
Dopo Benedetto XVI, secondo Malachia,
dovrebbe esserci l’ultimo papa, il “Petrus romanus”. Il nome è quanto
mai suggestivo: Pietro fu il primo pontefice, un altro Pietro sarà
l’ultimo. A costui Malachia non ha dedicato un semplice motto, bensì alcuni versi latini: “In
persecuione extrema sacrae romanae ecclesiae sedebit Petrus romanus,
qui pascet oves in multis tribulationibus; quibi transactis, civitas
septis collis diruetur, ed Judex tremendus judicabit populum suum. Amen“.E cioè: Durante
l’ultima persecuzione della Santa Romana Chiesa, siederà Pietro il
romano, che pascerà il suo gregge tra molte tribolazioni; quando queste
saranno terminate, la città dai sette colli sarà distrutta, ed il
temibile giudice giudicherà il suo popolo. E così sia.
Tratto da: http://www.strettoweb.com/2013/02/le-dimissioni-di-benedetto-xvi-e-la-profezia-di-malachia-sullultimo-papa/62796/
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