ELENCO PAGINE

17 dicembre 2012

Una storia da malato - Erano tante le PUGNALATE al cuore. Io sapevo di avere qualcosa

Tratto da http://www.viverelamiastenia.it/web.php?categoria=Storie%20di%20miastenia&tipo_id=59&lang=it&action=pagina






Mi chiamo Costantino De Noia, ho 14 anni e abito a Villapiana ( Cosenza). Sono malato di miastenia giovanile da circa 4 mesi.

Ora vi racconto la mia storia:
Avvertivo una debolezza alle braccia e alle mani, già alcune cose banali come portare borse, allacciarmi i pantaloni, alzare un braccio erano a volte impossibili. Mi capitava di vederci male e facevo fatica a parlare per tanto tempo di seguito. I miei genitori non mi credevano, dicevano che lo facevo apposta, molte persone che mi circondavano (COMPRESI MAMMA, PAPA’ E UN PO’ ANCHE ELISA) non mi capivano, loro molto spesso mi dicevano: tu non hai niente, tu non vuoi mangiare, tu non hai voglia di fare niente, ti inventi le cose. Non hai voglia nemmeno voglia di uscire, ma GUARDA CHE FACCIA HAI!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!
Erano tante le PUGNALATE al cuore. Io sapevo di avere qualcosa, volevo fare tante cose per uscire da quella situazione ma proprio non ci riuscivo. Il mio dottore mi consigliò di andare da un neurologo a Corigliano. Accompagnato da mio padre, andai dal neurologo, il quale mi mandò a Cosenza per un ricovero ma, purtroppo mi mandarono a casa senza farmi nulla. La sera mi telefonò un’ amica di mia mamma che mi fece salire a Bassano del Grappa, in Veneto, li dopo una serie di esami scoprirono questa malattia. Ero davvero disperato... mi spaventava il ricovero ospedaliero, stavo molto male; non parlavo tanto bene, non riuscivo a sorridere, mi mettevo una mano davanti la bocca dalla vergogna. A volte poi, non riuscivo a scrivere, a pettinarmi, a lavarmi, cose quotidiane, banali. STAVO SEMPRE PEGGIO ... troppo tempo trascorso a stare male, a piangere, a non uscire il pomeriggio perché ero stanco, e per di più mi vergognavo. Mi vergognavo cosi tanto, da farmi venire dolori immaginari pur di non uscire... Ultimamente mi capitava di andare da mia zia, all’ uscire da scuola mi veniva a prendere mia cugina. Arrivato a casa loro mi vergognavo a mangiare, mi sedevo su una sedia e assillavo mio padre di andare a casa. Non volevo uscire il pomeriggio e nemmeno andare a scuola perche mi vergognavo, quando parlavo male i miei professori e anche un po’ i miei amici, mi guardavano in un modo come se ti volevano dire "ma questo come parla" io mi mettevo la mano davanti la bocca e facevo finta che mi chiamavano e me ne andavo. C’è stato un periodo che non volevo dire a nessuno quello che avevo, e quanto ridevo i miei compagni ridevano di me, e mi prendevano in giro, però adesso che sanno questo mio problema non mi prendono più in giro. Ora però ho capito una cosa, se sto sempre chiuso in cas o non voglio uscire, questa malattia non la superero mai. Tenermi le cose sempre per me non è buono ...piano piano questa malattia la devo superare ... ultimamente non me ne importa più niente di quello che dice la gente ... mi vedono che non parlo bene, vedono che non riesco a parlare, io devo fare come se nulla fosse; di quello che dicono le persone non me ne frega niente. Non voglio rischiare una crisi depressiva. Ci manca solo lei, mentre la miastenia si può curare la depressione è una brutta bestia che difficilmente va via. Non mi devo abbattere, perché questa malattia va via !!!!!
Devo ringraziare i miei genitori che mi stanno aiutato molto, pur di vedermi guarito farebbero di tutto. Io sto scrivendo questa mia, con il cuore, e con le lacrime agli occhi, ma con una speranza in più di guarire, perché ho avuto il piacere di incontrare una donna fantastica, un medico eccezionale, che mi dato la forza e il coraggio di combattere questa malattia. Non finirò mai di ringraziarla. Devo a lei la mia scelta di operarmi e cambiare così il mio destino. Grazie dottoressa Ricciardi.... 

Nessun commento:

Posta un commento

Questo post ti è stato utile?
Mi aiuteresti a far Crescere questo Blog ?
Puoi Commentare , Condividere e anche fare una piccola Donazione