La Miastenia Gravis
Definizione
La
Miastenia Gravis è una malattia autoimmune della parte post-sinaptica
della giunzione neuromuscolare la cui patogenesi consiste in un attacco
anticorpo-mediato Al Recettore dell’acetilcolina sito sulla membrana
post-sinaptica della giunzione neuromuscolare.
Caratteristiche cliniche
La Miastenia Gravis ha come
caratteristica principale l’ipostenia fluttuante di alcuni muscoli
volontari, in particolare di quelli innervati dai nuclei motori del
tronco encefalico; un’altra caratteristica distintiva è l’esauribilità
muscolare, il rapido recupero con il riposo e la risposta ai farmaci
anticolinesterasici.
Note storiche
Secondo numerose fonti storiche fu
Willis nel 1672 a descrivere per primo questa entità nosologica. Ma i
primi a descrivere la presenza in tali malati di una paralisi bulbare
senza riscontro di alterazioni anatomiche furono Erb eGoldflam nella
seconda metà del 1800 e per molti anni la malattia venne chiamata
Sindrome di Erb e Goldflam. A coniare il termine Miastenia Gravis
pseudoparalitica (per l’assenza di alterazioni anatomiche all’autopsia)
fu invece Jolly nel 1895. Tale autore dimostrò che il deficit di forza
miastenico del muscolo poteva essere riprodotto dalla stimolazione
faradica ripetuta del nervo motore (ponendo così le basi di una delle
tecniche strumentali di diagnosi della Miastenia ovvero la stimolazione
ripetitiva del nervo messa a punto da Demstet). Nella prima metà del
secolo scorso vennero messi a punto da Remen e Walker i primi farmaci
attivi contro la malattia ovvero gli anticolinesterasici. Le alterazioni
timiche nel corso di Miastenia Gravis furono descritte nel 1949 da
Castleman e Norris. La natura autoimmune della malattia venne definita
da Patrick, Lindstrom Fambrough, Lennon ed Engel nei primi anni settanta
secolo scorso.
Epidemiologia
La Miastenia Gravis è da considerarsi
una malattia rara con una incidenza di 4-5 per milione di abitanti e
una prevalenza che a seconda delle casisitiche varia da 43 a 84
individui per milione di abitanti. La prevalenza della malattia appare
però in aumento negli ultimi anni forse anche per migliore qualità
diagnostica. Ha classicamente due picchi d’incidenza: età giovanile (
seconda terza decade di vita con netta prevalenza nel sesso femminile,
rapporto 5:1) ed età anziana (sesta settima decade con prevalenza del
sesso maschile, rapporto 3:1) più spesso associata a timoma.
Eziologia e patogenesi
La
patogenesi della Miastenia Gravis è da ricondursi ad un attacco
autoimmune anticorpo-mediato che soddisfa i criteri di diagnosi di
malattia autoanticorpo mediata (Drachman 1978) diretto contro il
recettore dell’acetilcolina (Ach-R). Il Recettore dell’acetilcolina è
una proteina transmembrana composta quattro subunità (2alfa, beta e
gamma nell’adulto) la cui attivazione da parte dei quanti di aceticolina
rilasciati dalla terminazione nervosa sinaptica determina l’attivazione
di una cascata di eventi che porta alla contrazione muscolare. In
genere l’anticorpo riconosce un epitopo sito sulla Main Immunogenic
Region (MIR) dell’AchR e ciò determina il blocco, l’internalizzazione e
la distruzione dello stesso recettore. Gli anticorpi diretti contro il
recettore dell’acetetilcolina sono presenti in circa l’85% dei pazienti
affetti dalla forma generalizzata e nel 50-60% dei pazienti con la forma
esclusivamente oculare.
La trasmissione neuromuscolare può
essere compromessa in diversi modi: 1) l’anticorpo può bloccare il
legame tra acetilcolina e d il suo recettore, 2) si è dimostrato che le
IgG sieriche dei pazienti miastenici sono in grado di incrementare il
tasso di degradazione del recettore di due/tre volte e ciò può essere
dato dalla capacità degli anticorpi di formare legami crociati con i
recettori che vengono raggruppati sulla membrana muscolare e
successivamente internalizzati tramite un processo di endocitosi e
quindi degradati, 3) gli anticorpi possono causare una distruzione
complemento-mediata delle superfici post-sinaptiche.
In alcune gravi forme di Miastenia
(cosiddette oculo-bulbari) sieronegative è stata recentemente dimostrata
la presenza di anticorpi anti MUSK una tirosin chinasi sita nella
vicinanza del Ach-R (A. Vincent Nature Medicin 2001). Secondo i dati
più recenti circa il 50% dei miastenici sieronegativi sarebbe anti MUSK
positivo.
Anatomia patologica
Riguarda principalmente il Timo che è la
sede dove vengono educati i linfociti T. Nel 10-15% dei pazienti si
osserva una neoplasia della ghiandola. L’iperplasia timica e la
persistenza dei follicoli linfoidi con centri germinativi attivi
confinanti con la midollare del timo, sono presenti almeno nel 65 % dei
pazienti specialmente quelli giovani. I follicoli sono caratterizzati
dalla presenza di istiociti al loro centro circondati da linfociti
T-helper, linfociti B e plasmacellule. Da segnalare che vi sono nel timo
delle cellule di sostegno cosiddette mioidi che esprimono il recettore
per l’acetilcolina. A livello della giunzione neuromuscolare solo la
microscopia elettronica rivela una semplificazione della placca nel
versante postsinaptico.
Diagnosi
La diagnosi di Miastenia Gravis rimane
ancora principalmente clinica e tutt’ora, specialmente in alcune regioni
italiane la malattia è sottodiagnosticata o la diagnosi viene posta con
ritardo e questo per due motivi:
1 - I sintomi e segni
specialmente all’esordio, essendo fluttuanti e potendo essere discreti
possono non essere riconosciuti dal Medico Curante che non invia il
paziente dallo specialista.
2 – E’ una malattia che si vede molto raramente.
La caratteristica che si deve ricercare e
che deve mettere in allarme è l’esauribilità, il paziente riferisce di
visione sdoppiata dopo un po’ che legge, riduzione del tono della voce
dopo lungo o breve colloquio con il riposo vi è recupero delle forze.
Vi sono comunque anche dei segni che
aiutano ad ipotizzare la presenza clinica di una Miastenia Gravis; vi
sono muscoli che possono rimanere sempre deboli anche in presenza di
adeguata terapia anticolinesterasica ed immunosoppressiva. Ad esempio
l’ipostenia della muscolatura flessoria del collo è considerato un
hallmark della malattia spesso rimane ipostenia di grado variabile nelle
prove contro resistenza dei muscoli orbicolaris oculi o della
muscolatura addominale. Vi sono, però, delle prove di sensibilizzazione
estremamente utili ad esempio se viene riferita ptosi palpebrale
fluttuante non presente al momento dell’esame un test di provocazione
consiste nel far guardate il paziente verso l’alto per almeno 30”
un’altra prova potrebbero essere quella di far eseguire al paziente 15
piegamenti. E’ come sempre l’esperienza clinica che ci da le “dritte”
per porre il sospetto di malattia o in presenza di negatività degli
esami strumentali (e purtroppo quest’ultima evenienza non poi così
infrequente) di porre una corretta diagnosi.
Da ricordare, infine, che la Miastenia
Gravis si associa con frequenza che varia con le casistiche dal 2,3 al
24,2% (media 12’9%) ad altre malattie autoimmuna; la più frequente è la
tiroidite con presenza di anticorpi anti tiroide, segue l’artrite
reumatoide e meno frequentemente il LES e via via tutte le altre
malattie sistemiche autoimmuni.
Esami strumentali
EMG con stimolazione ripetitiva:
stimolazione sovramassimale a 3Hz di un nervo periferico e registrazione
di un potenziale di unità motoria (CMAP) dal rispettivo muscolo
utilizzando elettrodi di superficie. Il reperto tipico nella Miastenia
Gravis è un decremento del CMAP con raggiungimento del minimo
dell’ampiezza al quarto CMAP.Tale test viene sensibilizzato se è
preceduto da esercizio muscolare di almeno 60” o da ischemia.
L’assunzione di anticolinesterasici normalizza il test che comunque non
è così frequentemente positivo anche in forme chiare e generalizzate di
MG. L’EMG a singola fibra sembra più sensibile nel supportare la
diagnosi della malattia ma è gravato da difficoltà di esecuzione
dipendenti sia dall’esperienza del Neurofisiologo sia dalle capacità di
comprensione e di collaborazione del paziente.
Più controversa ancora e ormai in disuso
in molti centri è la prova all’edrofonio (Tensilon) tra l’altro non più
disponibile in Italia. La prova consiste nell’iniettare prima 1 mg di
Tensilon seguito a distanza di 45 “ da altri 3-6 mg dopo avere testato
la forza di taluni muscoli cranici e valutando obiettivamente
l’eventuale miglioramento della stenia degli stessi. Ricordarsi di
tenere a disposizione dell’atropina per gli effetti muscarinici
dell’edrofonio.
La presenza di anticorpi diretti contro
il recettore dell’acetilcolina (ACh-R Ab) repertati con metodo
radioimmunologico è un test sensibile ed altamente specifico. Il numero
di sieropositivi varia a seconda delle casistiche. Newsom-Davis ed A.
Vincent hanno riscontrato la presenza di ACh-R Ab nel 85-90% delle forme
generalizzate di MG e nel 60% delle forme puramente oculari. Lo stesso
gruppo ha recentemente scoperto quegli anticorpi anti MUSK di cui ho
parlato nella patogenesi della MG.
In conclusione comunque si può dire che
combinando i vari dati strumentali e di laboratorio si può arrivare ad
una buona confidenza diagnostica.
Classificazione delle forme cliniche di miastenia: Osserman (1958) Modificato MGFA
TERAPIA
Presidi generali – Evitare
quei farmaci che possono provocare debolezza miastenica o aumentarla
(segue elenco) Ricordando comunque che la controindicazione è nella
maggior parte dei casi solamente relativa.
Istruire il paziente e/o i famigliari
sia sugli effetti collaterali dei farmaci antimiastenia sia su quei
sintomi o segni miastenici che richiedono almeno un consulto con lo
specialista ed a questo proposito fornire un recapito dove poter fare
riferimento.
Ricordare al paziente che la malattia se
ben seguita ha una prospettiva di vita normale, che le donne possono
avere figli ( l’indebolimento in genere si presenta un mese dopo il
parto) che vi può essere peggioramento della sintomatologia nella fase
premestruale.
Insomma informare che è una malattia che deve essere ben conosciuta anche dal paziente stesso.
Anticolinergici - I
primi ad essere impiegati, essi hanno drasticamente ridotto la mortalità
per MG, la più usata è la piridostigmina (Mestinon), spesso risultano
inefficaci nella diplopia delle forme puramente oculari di MG. La
formulazione pronta ha una durata di circa 4 ore. Gli effetti
collaterali sono quelli muscarinici. Attenzione il sovradosaggio da
anticolinesterasici somiglia alla crisi miastenia, è ancora una volta la
presenza degli effetti muscarinici (nausea, vomito, salivazione,
pallore, sudorazione, coliche, bradicardia e miosi pupillare) che aiuta
nella diagnosi differenziale.
Immunoterapie a breve termine:
– Hanno il pregio di agire sui sintomi e segni miastenici in breve
tempo. Si tratta della Plasmaferesi e delle Immunoglobuline ad alte
dosi. L’efficacia dei due trattamenti è risultata simile e si rivelano
particolarmente utili nel trattare le “crisi miasteniche”, le
esacerbazioni con segni “bulbari” della malattia. Il limite di tali
trattamenti è la limitata durata nel tempo del beneficio clinico
(durata media circa 20 giorni) motivo per il quale devono essere
supportate da altri farmaci, in particolare lo steroide in grado di
essere efficace in pochi giorni sul controllo dei sintomi e segni.
Alcuni autori utilizzano le
immunoterapie a breve termine per stabilizzate i pazienti da un punto di
vista sintomatologico per l’intervento di timectomia.
Cortisone (Prednisone) – Come
già indicato è efficace in pochi giorni ma per motivi non ancora ben
chiariti può dare un peggioramento clinico nei primi giorni di
trattamento. Il dosaggio è quello immunosoppressivo cioè relativamente
elevato, alcuni autori iniziano con bassi dosaggi per ridurre
l’incidenza del deterioramento da inizio terapia ma non vi sono prove
certe di questo ed altri autori iniziano subito con i dosaggi
immunosoppressivi.
Il problema dello steroide sono gli
effetti collaterali: aumento della P.A., della glicemia, depauperazione
di potassio, rischio di miopatia da steroide, aumento del tono oculare e
comparsa di cataratta, specie nelle donne dopo la menopausa
osteoporosi, in più irsutismo acne e faccia a luna ,piena. Per tali
motivi è buona regola passare a giorni alterni l’assunzione del farmaco
ed arrivare alla dose minima efficace per tenere sotto controllo la
sintomatologia.
Azatioprina - E’ un
farmaco che se ben tollerato può in alcuni casi sostituire completamente
lo steroide, mentre più spesso è usato in associazione per ridurne il
dosaggio. Tra gli immunosoppressori dopo il Prednisone è considerato di
prima scelta. Entra in funzione nel controllo clinico non prima di 5-6
mesi è in genere ben tollerato. Bisogna monitorare la funzionalità
epatica e l’emocromo. Va interrotto per breve periodo in caso di
infezione e se la conta dei G.B. arriva ad essere inferiore a 2500/mm^3.
Micofenolato - E’
attualmente considerato di seconda scelta in caso di non controllo od
intolleranza ad azatioprina non vi sono ancora su di esso studi
randomizzati in doppio cieco ma studi anedottici hanno evidenziato una
efficacia simile all’azatioprina di cui condivide tempi di entrata in
funzione ed effetti collaterali. Dosaggio 2 gr/die E’ un farmaco molto
costoso e distribuito solo da alcuni centri.
Ciclosporina - Meno
pazienti rispondono a questo farmaco che comunque nei responder si
dimostra efficace già nel giro di qualche settimana. Dosaggio
6mg/Kg/die. Controindicazioni grave ipertensione arteriosa, nefropatia
Ciclofosfamide – Usato
solo nelle gravi Miastenie che non rispondono agli altri
immunosoppressori. Dosaggio 2,5-3 mg/Kg/die aggiustato per mantenere la
conta dei G.B. tra 2500 e 4000 mm^3 e la percentuale dei linfociti sotto
al 10%.
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