Il ph perchè è così importante
L’importanza dell’equilibrio acido-base: la problematica acidosi.
Il livello di acidità (pH) è uno dei più importanti per il mantenimento di un buon stato di salute.
I liquidi organici sono tutti leggermente alcalini, i loro valori vanno
da pH 7,1 (la saliva di un uomo sano) a 8,8 (i succhi pancreatici). Il
sangue necessita di un pH costante di 7,4, al di sotto del quale
appaiono fenomeni di acidosi, al di sopra, di alcalosi.
SOSTANZE ACIDE = quelle che rilasciano ioni d’Idrogeno;
SOSTANZE BASICHE = quelle che legano ioni d’Idrogeno. L’organismo umano richiede energia: il cibo che mangiamo e l’ossigeno che respiriamo ci forniscono tutti i giorni l’energia per lavorare, camminare, parlare, pensare o, semplicemente, vivere. Per trasformare gli alimenti e l’ossigeno in nutrizione ed energia, l’organismo produce scorie metaboliche acide che vengono eliminate attraverso le urine, le feci, il sudore ma anche attraverso la respirazione. Molte fra queste scorie metaboliche acide vengono trasmesse agli organi escretori attraverso il sangue.
SOSTANZE ACIDE = quelle che rilasciano ioni d’Idrogeno;
SOSTANZE BASICHE = quelle che legano ioni d’Idrogeno. L’organismo umano richiede energia: il cibo che mangiamo e l’ossigeno che respiriamo ci forniscono tutti i giorni l’energia per lavorare, camminare, parlare, pensare o, semplicemente, vivere. Per trasformare gli alimenti e l’ossigeno in nutrizione ed energia, l’organismo produce scorie metaboliche acide che vengono eliminate attraverso le urine, le feci, il sudore ma anche attraverso la respirazione. Molte fra queste scorie metaboliche acide vengono trasmesse agli organi escretori attraverso il sangue.
L’equilibrio acido-base.
Il sangue, leggermente alcalino, è in grado di neutralizzare quantità definite di scorie metaboliche acide. Quando queste aumentano, esse devono essere neutralizzate in altro modo. I minerali alcalinizzanti come potassio, calcio e magnesio, e i sistemi tampone provvedono a questa funzione, mantenendo l’equilibrio acido-base nell’organismo. Quando, pur con tutti gli accorgimenti fisiologici, le quantità di scorie metaboliche acide superano quelle che il nostro organismo è in grado di eliminare, insorge l’acidosi, ovvero un sovraccarico di sostanze acide “parcheggiate” in alcuni tessuti, aree di riserva, in attesa di neutralizzazione e smaltimento.
In questo modo gli organi interessati allo smaltimento delle scorie metaboliche acide in eccesso si sottopongono a continui stress organici che, a lungo andare, li deteriorano. Ecco, dunque, che risulta sempre più importante mantenere in ottima salute l’intestino, centro nevralgico che contiene oltre il 70% delle difese immunitarie, e gli altri organi-tampone (rene, sangue e polmoni), deputati a eliminare scorie metaboliche acide attraverso l’urina, il sudore e la respirazione.
Superfluo aggiungere che per via soprattutto di una scorretta alimentazione, la stragrande maggioranza degli uomini ha una prevalente propensione all’Acidosi.
Il nostro corpo, tuttavia, è in grado d’innescare innumerevoli dispositivi per bilanciare (tamponare, neutralizzare) le sostanze acide eccedenti, anche se a discapito delle scorte alcaline del nostro organismo (Sodio, Calcio, …). Sono alcalinizzanti i minerali quali il Calcio, il Ferro, il Magnesio, il Potassio, il Sodio mentre sono acidificanti il Cloro, il Fosforo, lo Zolfo.
L’importanza degli alimenti alcalinizzanti.
La dieta dei paesi
industrializzati, sempre più povera di alimenti alcalinizzanti, ma anche
la vita sedentaria con scarsa ossigenazione dei tessuti, lo stress
fisico e psichico, l’assunzione di farmaci (antinfiammatori) e una flora
intestinale non equilibrata possono portare a un accumulo di scorie
metaboliche acide. Anche l’alcool e
il fumo aumentano sensibilmente la quantità di scorie metaboliche acide
che devono essere eliminate. Infine, l’attività sportiva particolarmente
intensa o stressante può generare l’accumulo di sostanze acide con
conseguente formazione di acidosi tissutale. (ecco perchè la consiglio con moderazione e calibrata alla persona)
Ma l’importanza di controllare
l’equilibrio acido-basico attraverso l’assunzione di alimenti
alcalinizzanti risulta chiara se pensiamo che nel corso della propria
vita una persona mangia circa 30 tonnellate di alimenti solidi
corrispondenti a circa 78.840 pasti (con “caffè + spuntini” = 105.120
pasti).
Per mangiare (30 min. A pasto) impieghiamo circa 6 anni della nostra esistenza!
Una dieta non corretta è quindi
il primo fattore predisponente all’acidosi. Nel corso degli ultimi
decenni, l’alimentazione normale si è arricchita a dismisura di proteine
a sfavore di frutta e verdura. È noto che il metabolismo delle proteine
conduce alla formazione di molti acidi: oggi ben 4 pazienti su 5
soffrono di acidosi tissutale!
Gli Acidi più complicati da espellere sono quelli che ci provengono dalla “digestione” delle proteine di derivazione animale, soprattutto l’Acido urico, quello acetico (glicidi e lipidi=dolci e grassi), l’ossalico (spinaci, cacao, …), il tannico (thè nero e caffè), il nitrico (formaggi), il lattico (eccessivo e cruento esercizio muscolare), …
La nostra dieta dovrebbe essere la primaria sorgente di rifornimento delle sostanze alcaline, dei minerali, degli oligoelementi, … utili per mantenersi e invecchiare sani.
Ma gli alimenti che rilasciano sostanze alcalinizzanti sono pochi: tutta la frutta fresca in linea generale, anche il nocciolame, tipo le mandorle, tutti i vegetali, incluse le patate con la buccia e poi poco, anzi pochissimo, altro ancora.
Diversamente, tra gli alimenti acidificanti non c’è che l’imbarazzo della scelta: tutti gli alimenti di derivazione animale, come la carne (includendo in essa anche il pesce), i formaggi, moltissima frutta secca, gli zuccheri, i dolciumi, tutti i cereali raffinati, anche quelli non (L’unico cereale alcalinizzante è il Miglio), che tuttavia hanno fibra e sostanze nutrizionali, tra cui abbondanza di minerali, quindi, da non escludere da una sana dieta, anche perché i loro acidi sono agevolmente espulsi con l’attività respiratoria.
Gli Acidi più complicati da espellere sono quelli che ci provengono dalla “digestione” delle proteine di derivazione animale, soprattutto l’Acido urico, quello acetico (glicidi e lipidi=dolci e grassi), l’ossalico (spinaci, cacao, …), il tannico (thè nero e caffè), il nitrico (formaggi), il lattico (eccessivo e cruento esercizio muscolare), …
La nostra dieta dovrebbe essere la primaria sorgente di rifornimento delle sostanze alcaline, dei minerali, degli oligoelementi, … utili per mantenersi e invecchiare sani.
Ma gli alimenti che rilasciano sostanze alcalinizzanti sono pochi: tutta la frutta fresca in linea generale, anche il nocciolame, tipo le mandorle, tutti i vegetali, incluse le patate con la buccia e poi poco, anzi pochissimo, altro ancora.
Diversamente, tra gli alimenti acidificanti non c’è che l’imbarazzo della scelta: tutti gli alimenti di derivazione animale, come la carne (includendo in essa anche il pesce), i formaggi, moltissima frutta secca, gli zuccheri, i dolciumi, tutti i cereali raffinati, anche quelli non (L’unico cereale alcalinizzante è il Miglio), che tuttavia hanno fibra e sostanze nutrizionali, tra cui abbondanza di minerali, quindi, da non escludere da una sana dieta, anche perché i loro acidi sono agevolmente espulsi con l’attività respiratoria.
LA SCOPERTA DELLA DOTT.SSA LYNDA FRASSETTO
Nel 1996 la Dott.ssa Lynda
Frassetto dell’Università della California in San Francisco ha scoperto
che, con l’avanzare dell’età, dopo circa i 45 anni, perdiamo
gradualmente i tamponi alcalini – i bicarbonati- nel nostro sangue.
Intorno ai 90 anni perdiamo il 18 % di bicarbonati nel nostro sangue.
Un quantitativo insufficiente di
bicarbonati nel nostro sangue riduce la nostra capacità di gestire
(neutralizzare e scaricare) gli acidi che il nostro organismo produce. Questa è la causa dell’invecchiamento.
L’età di 45 anni è l’età media in cui gli esseri umani iniziano a
mostrare sintomi quali diabete, ipertensione, osteoporosi e molte altre
malattie degenerative. E poichè non possiamo più gestire gli acidi, li
accumuliamo nel nostro corpo, sotto forma di colesterolo, acido grasso,
acido urico, urato, solfato, fosfato, calcoli renali, ecc.
PH: Il fattore dimenticato della nutrizione.Il principale impegno del corpo umano per la vita consiste nel costante bilanciamento dell’acidità e dell’alcalinità. Noi ci nutriamo per ricavare l’energia necessaria per le nostre funzioni. Dopo la cessione di energia da parte del cibo, tramite combustione con l’ossigeno, restano rifiuti acidi. Il corpo cerca di fare del suo meglio per disfarsi di questi acidi per mezzo dell’urina, della sudorazione ed espirando biossido di carbonio.
Alcuni acidi tossici non possono essere rimossi facilmente tramite i mezzi appena citati. Pertanto il corpo sottrae calcio al sistema scheletrico per neutralizzare tali eccessi di tossine acide e creare un ambiente più sicuro, provocando però una riduzione della densità ossea.
Il corpo umano è una sorprendente macchina progettata per la massima sopravvivenza. Quando una parte è danneggiata, altre parti cercano di compensarvi. Anche se ciò potrebbe determinare dei danni a lungo termine, la sua priorità è la sopravvivenza nell’immediato.
Il cibo produce continuamente rifiuti acidi che si aggiungono a quelli del metabolismo cellulare e il corpo fa del suo meglio per eliminarli. Tuttavia se non dispone di una sufficiente scorta alcalina (bicarbonati), il corpo non può disfarsi al 100% di tali acidi. Al fine di mantenere il pH sanguigno costante, il corpo adotta un abile stratagemma: converte gli acidi liquidi in acidi solidi come colesterolo o acidi grassi. Infatti se questi acidi non sono sciolti nel sangue, il pH del sangue non si abbassa. INGEGNOSO!
Qual è il danno a lungo termine di questo processo strategico?
Il sangue si addensa e la circolazione diventa lenta a tal punto da non fornire abbastanza ossigeno e sostanze nutritive agli organi vitali, causando così qualunque tipo di malattia ed eventualmente la morte. Questo è il risultato naturale dello squilibrio acido-basico, quando propende verso l’acidità. Il corpo necessita di aiuto esterno per innalzare il livello alcalino e ristabilire l’equilibrio. Il modo piu veloce e semplice per aiutare l’organismo a ritrovare la condizione di omeostasi è attraverso i liquidi che ingeriamo.
Diamo un’occhiata al PH delle bevande più comuni:
Bevande pH
Latte 6.5
Acqua potabile 7.0
Birra 4.0-5.0
Caffè 2.5-3.5
Aranciata 3.5
Bevanda leggera 2.0-4.0
Coca Cola 2.5
Vino 2.3-3.8
Che sorpresa! Con queste bevande non possiamo aiutare il nostro organismo, nessuna ha un PH alcalino.
Come scoprire l’acidosi. Con l’apposito “test dell’acidosi”. La valutazione del ph delle urine, ripetuta per qualche giorno 2-3 volte al giorno, con le apposite cartine pH, disponibili in farmacia con scala pH 5-8 fornisce un’indicazione importante. (il personal trainer Raymond Bard e da oltre un decennio che valute lo stress corporeo e la cattiva alimentazione dalla misurazione del ph dei suoi clienti)
PH: Il fattore dimenticato della nutrizione.Il principale impegno del corpo umano per la vita consiste nel costante bilanciamento dell’acidità e dell’alcalinità. Noi ci nutriamo per ricavare l’energia necessaria per le nostre funzioni. Dopo la cessione di energia da parte del cibo, tramite combustione con l’ossigeno, restano rifiuti acidi. Il corpo cerca di fare del suo meglio per disfarsi di questi acidi per mezzo dell’urina, della sudorazione ed espirando biossido di carbonio.
Alcuni acidi tossici non possono essere rimossi facilmente tramite i mezzi appena citati. Pertanto il corpo sottrae calcio al sistema scheletrico per neutralizzare tali eccessi di tossine acide e creare un ambiente più sicuro, provocando però una riduzione della densità ossea.
Il corpo umano è una sorprendente macchina progettata per la massima sopravvivenza. Quando una parte è danneggiata, altre parti cercano di compensarvi. Anche se ciò potrebbe determinare dei danni a lungo termine, la sua priorità è la sopravvivenza nell’immediato.
Il cibo produce continuamente rifiuti acidi che si aggiungono a quelli del metabolismo cellulare e il corpo fa del suo meglio per eliminarli. Tuttavia se non dispone di una sufficiente scorta alcalina (bicarbonati), il corpo non può disfarsi al 100% di tali acidi. Al fine di mantenere il pH sanguigno costante, il corpo adotta un abile stratagemma: converte gli acidi liquidi in acidi solidi come colesterolo o acidi grassi. Infatti se questi acidi non sono sciolti nel sangue, il pH del sangue non si abbassa. INGEGNOSO!
Qual è il danno a lungo termine di questo processo strategico?
Il sangue si addensa e la circolazione diventa lenta a tal punto da non fornire abbastanza ossigeno e sostanze nutritive agli organi vitali, causando così qualunque tipo di malattia ed eventualmente la morte. Questo è il risultato naturale dello squilibrio acido-basico, quando propende verso l’acidità. Il corpo necessita di aiuto esterno per innalzare il livello alcalino e ristabilire l’equilibrio. Il modo piu veloce e semplice per aiutare l’organismo a ritrovare la condizione di omeostasi è attraverso i liquidi che ingeriamo.
Diamo un’occhiata al PH delle bevande più comuni:
Bevande pH
Latte 6.5
Acqua potabile 7.0
Birra 4.0-5.0
Caffè 2.5-3.5
Aranciata 3.5
Bevanda leggera 2.0-4.0
Coca Cola 2.5
Vino 2.3-3.8
Che sorpresa! Con queste bevande non possiamo aiutare il nostro organismo, nessuna ha un PH alcalino.
Come scoprire l’acidosi. Con l’apposito “test dell’acidosi”. La valutazione del ph delle urine, ripetuta per qualche giorno 2-3 volte al giorno, con le apposite cartine pH, disponibili in farmacia con scala pH 5-8 fornisce un’indicazione importante. (il personal trainer Raymond Bard e da oltre un decennio che valute lo stress corporeo e la cattiva alimentazione dalla misurazione del ph dei suoi clienti)
Le
modalità di rilevazione dovrebbero seguire lo schema qui sotto riportato
e la curva che idealmente si disegna dovrebbe essere all’interno dello
spazio bianco.
Curare l’acidosi.
Se i valori risultano
ripetutamente acidi e si discostano notevolmente dalla curva ideale è
necessario in primo luogo modificare il proprio stile di vita,
integrando la dieta con alimenti alcalinizzanti (frutta e verdura).Acidosi metabolica ed interazioni con il tessuto osseo
Alcuni scienziati hanno dimostrato che la dieta attuale, tipica del mondo occidentale, tende ad indebolire le strutture ossee della popolazione, soprattutto femminile. Questo incrementa il rischio di sviluppare osteoporosi, una grave patologia ossea, caratterizzata dall’indebolimento della struttura ossea con grave rischio di sviluppare fratture molto invalidanti nelle persone anziane. Diverse evidenze scientifiche mostrano correlazione tra osteoporosi, dieta sbilanciata ed acidosi metabolica: un’acidosi metabolica indotta dalla dieta è riconosciuta come un fattore fisiopatologico nello sviluppo dell’osteoporosi; esiste una correlazione lineare tra eliminazione di calcio e acidosi.
Maggiore è l’acidosi, infatti, superiore sarà la perdita di calcio dalle ossa.
La funzione dello scheletro e del tessuto osseo è molto più importante e complessa di quello che generalmente si creda: esso costituisce, ovviamente, un importante elemento strutturale dell’organismo e ne permette il movimento. Inoltre, è molto importante come tessuto di protezione per alcuni organi molto delicati e vitali: il cervello, il cuore e i polmoni. Ma le funzioni del tessuto osseo non si esauriscono qui, l’osso rappresenta anche una riserva fondamentale di minerali, a cui l’organismo attinge quando non ha altre riserve. Circa il 98% del calcio e il 75% del fosfato si trovano nelle ossa. Una di queste funzioni è proprio legata all’acidosi metabolica: quando l’organismo accumula scorie acide in eccesso che non riesce ad eliminare con i propri sistemi tampone fisiologici, l’osso interviene rilasciando bicarbonati; l’emergenza acidosi viene risolta ma il prezzo da pagare è un significativo indebolimento del tessuto osseo. E’ proprio questo continuo processo che, nel tempo, facilita l’insorgenza di patologie quali l’osteopenia e l’osteoporosi.Con il passare degli anni, la condizione di acidosi metabolica tende ad aumentare mentre le capacità di contrastarle, da parte dell’organismo, diminuiscono. Il rene comincia a funzionare meno, gli squilibri ormonali, tipici, per esempio, della donna in menopausa, causano ulteriori problemi; l’intervento del tessuto osseo è sempre più significativo. L’acidosi tissutale e l’intervento “d’emergenza” del tessuto osseo, non però solo la terza età; una cattiva alimentazione con un alto carico acido, lo stress, l’eccessiva sedentarietà o l’intenso allenamento sportivo e l’uso protratto di farmaci, sono tutte situazioni che incrementano l’acidosi e costringono il tessuto osseo ad intervenire a tutte le età. Come ci si accorge dell’intervento del tessuto osseo? L’eccessiva presenza di calcio nelle urine è un chiaro indicatore che l’osso sta rilasciando minerali di calcio per tamponare un’acidosi in corso e si sta, quindi, indebolendo.Nei maschi, una strordinaria fonte minerale, al fine di tamponare le sostanze acide, sono i capelli. La calvizie precoce maschile (androgenica), dalla quale (basta guardarsi intorno) sono molto più colpiti gli uomini delle donne, non è ascrivibile esclusivamente al compito degli ormoni androgeni (Testosterone, Diidrotestosterone, Deidroepiandrosterone, Androstenedione), perché tale accadimento, al di fuori del fatto genetico, occorre contestualizzarlo con lo sforzo metabolico urgente da parte del nostro stesso organismo di attingere i minerali alcalinizzanti da un distretto corporeo, quale quello appunto del cuoio capelluto, alla stregua di come riferito per i muscoli e per le ossa, ma potrei aggiungere anche delle unghie, …, per tamponare proprio il preesistente, costante stato di Acidosi dei tessuti.
Alcuni scienziati hanno dimostrato che la dieta attuale, tipica del mondo occidentale, tende ad indebolire le strutture ossee della popolazione, soprattutto femminile. Questo incrementa il rischio di sviluppare osteoporosi, una grave patologia ossea, caratterizzata dall’indebolimento della struttura ossea con grave rischio di sviluppare fratture molto invalidanti nelle persone anziane. Diverse evidenze scientifiche mostrano correlazione tra osteoporosi, dieta sbilanciata ed acidosi metabolica: un’acidosi metabolica indotta dalla dieta è riconosciuta come un fattore fisiopatologico nello sviluppo dell’osteoporosi; esiste una correlazione lineare tra eliminazione di calcio e acidosi.
Maggiore è l’acidosi, infatti, superiore sarà la perdita di calcio dalle ossa.
La funzione dello scheletro e del tessuto osseo è molto più importante e complessa di quello che generalmente si creda: esso costituisce, ovviamente, un importante elemento strutturale dell’organismo e ne permette il movimento. Inoltre, è molto importante come tessuto di protezione per alcuni organi molto delicati e vitali: il cervello, il cuore e i polmoni. Ma le funzioni del tessuto osseo non si esauriscono qui, l’osso rappresenta anche una riserva fondamentale di minerali, a cui l’organismo attinge quando non ha altre riserve. Circa il 98% del calcio e il 75% del fosfato si trovano nelle ossa. Una di queste funzioni è proprio legata all’acidosi metabolica: quando l’organismo accumula scorie acide in eccesso che non riesce ad eliminare con i propri sistemi tampone fisiologici, l’osso interviene rilasciando bicarbonati; l’emergenza acidosi viene risolta ma il prezzo da pagare è un significativo indebolimento del tessuto osseo. E’ proprio questo continuo processo che, nel tempo, facilita l’insorgenza di patologie quali l’osteopenia e l’osteoporosi.Con il passare degli anni, la condizione di acidosi metabolica tende ad aumentare mentre le capacità di contrastarle, da parte dell’organismo, diminuiscono. Il rene comincia a funzionare meno, gli squilibri ormonali, tipici, per esempio, della donna in menopausa, causano ulteriori problemi; l’intervento del tessuto osseo è sempre più significativo. L’acidosi tissutale e l’intervento “d’emergenza” del tessuto osseo, non però solo la terza età; una cattiva alimentazione con un alto carico acido, lo stress, l’eccessiva sedentarietà o l’intenso allenamento sportivo e l’uso protratto di farmaci, sono tutte situazioni che incrementano l’acidosi e costringono il tessuto osseo ad intervenire a tutte le età. Come ci si accorge dell’intervento del tessuto osseo? L’eccessiva presenza di calcio nelle urine è un chiaro indicatore che l’osso sta rilasciando minerali di calcio per tamponare un’acidosi in corso e si sta, quindi, indebolendo.Nei maschi, una strordinaria fonte minerale, al fine di tamponare le sostanze acide, sono i capelli. La calvizie precoce maschile (androgenica), dalla quale (basta guardarsi intorno) sono molto più colpiti gli uomini delle donne, non è ascrivibile esclusivamente al compito degli ormoni androgeni (Testosterone, Diidrotestosterone, Deidroepiandrosterone, Androstenedione), perché tale accadimento, al di fuori del fatto genetico, occorre contestualizzarlo con lo sforzo metabolico urgente da parte del nostro stesso organismo di attingere i minerali alcalinizzanti da un distretto corporeo, quale quello appunto del cuoio capelluto, alla stregua di come riferito per i muscoli e per le ossa, ma potrei aggiungere anche delle unghie, …, per tamponare proprio il preesistente, costante stato di Acidosi dei tessuti.
Alimenti alcalinizzanti.
Organizzare la propria
alimentazione in modo tale che gli alimenti alcalinizzanti rappresentino
circa il 75% del consumo giornaliero: frutta, verdura, patate, cavoli,
lattuga, insalata. Tra i cibi acidificanti troviamo la carne, il
pollame, i salumi, il formaggio fresco e stagionato, lo yogurt, i
prodotti a base di farinacei e i dolci. Molti alimenti, pur essendo
acidificanti, sono indispensabili e non devono assolutamente essere
eliminati in quanto fonte essenziale di proteine e vitamine ed in
effetti il loro apporto acidificante deve essere compensato con
l’assunzione di alimenti alcalinizzanti. Un esempio: per compensare
l’acidità tissutale derivante da 200 g di manzo, sarà necessario
consumare 250 g di cavolo o rapa, 1,6 kg di piselli freschi e 400 g di
cavolfiore.
Liquidi
È necessario assumere
quotidianamente un quantitativo sufficiente di acqua o tisane, circa 1,5
litri, limitando il più possibile tè, caffè e alcolici.
Attività fisica e stile di vita.
Una passeggiata nei boschi o una
corsa in bicicletta migliora l’apporto di ossigeno e promuove il
rilascio di acido carbonico sotto forma di anidride carbonica. Evitare,
se possibile, situazioni che generano stress.
Oggi risulta sempre più difficile
rispettare questo equilibrio alimentare a causa di ritmi di vita
stressanti e che spesso ci impediscono di curare la nostra dieta in modo
regolare. Si consiglia in questi casi l’assunzione di integratori
alcalinizzanti.
Testate il vosto rischio di acidosi metabolica (fonte: www.acidosi.it)
1) Mangio frutta e verdura:
raramente (0)
una volta al giorno (1)
più volte al giorno (2)
2) Bevo quotidianamente acque e tisane:
da 1 a 2 litri (1)
più di 2 litri (2)
meno di un litro (0)
3) Consumo bevande alcoliche:
quasi mai o solo in occasioni speciali (2)
quasi quotidianamente (0)
più volte in un mese (1)
4) Fino alle ore 16 ho consumato la mia razione giornaliera di alimenti: per il 50% circa (1) per il 75% circa (2) per meno del 50% (0) 5) Mangio pietanze pronte o snack del bar: quotidianamente (0) una volta la settimana al massimo (2) 3 o 4 volte la settimana (1) 6) Suddivido i miei pasti in: 1 o 2 razioni al giorno (0) 3 o 4 razioni al giorno (1) 5 razioni al giorno (2) 7) Mangio carne o insaccati: mai, sono vegetariano (2) ogni giorno (0) non quotidianamente (1) 8) Dolci, gelato, torte e cioccolato: li mangio volentieri di tanto in tanto (1) sono un bisogno quotidiano (0) non mi attraggono (2) 9) Normalmente dormo: meno di 6 ore (0) da 6 a 7 ore (1) più di 7 ore (2) 10) Soffro di problemi digestivi: talvolta (1) spesso (0) mai (2) 11) Fumo: un pacchetto di sigarette o più al giorno (0) da 5 a 10 sigarette al giorno (1) assolutamente no (2) 12) Faccio movimento fisico ogni giorno per almeno 30 minuti all’aria aperta (fare la spesa, passeggiare, portare fuori il cane, etc):
circa una volta alla settimana (0) circa 2 o 3 volte la settimana (1) Sì, quasi ogni giorno (2) Risultati del questionario Da 0 a 11 punti: Il vostro stile di vita attuale è tutt‘altro che equilibrato. Se non cambierete le vostre abitudini, i disturbi legati all‘acidità potrebbero pesarvi molto. Tirate il freno d‘emergenza! Fate maggiore attenzione ad una dieta con prevalenza di alimenti basici, bevete in abbondanza, muovetevi il più possibile all‘aria aperta. Da 12 a 19 punti: Nella vostra vita, al momento, non va ancora tutto bene, ma siete già sulla strada giusta per raggiungere un equilibrio duraturo. Prestate ancora maggiore attenzione ad un buon equilibrio tra attività e riposo e preoccupatevi ancora di più di un‘alimentazione sana: assumete, se possibile, una minore quantità di grassi e di proteine animali e mangiate più spesso frutta e verdura.
Da 20 a 24 punti:Congratulazioni, proseguite così! Vivete già in buona armonia con le vostre esigenze e non dovete temere alcuna iperacidità cronica. Ma se a volte vi capita di uscire dal vostro stato d‘equilibrio fate attenzione soprattutto a consumare pasti equilibrati, ricchi di frutta e verdura. Nei consigli riportati qui di seguito troverete tutto ciò che fa bene al vostro equilibrio acido-base. I processi omeostatici dell’organismo hanno luogo solo se il pH è leggermente alcalino
4) Fino alle ore 16 ho consumato la mia razione giornaliera di alimenti: per il 50% circa (1) per il 75% circa (2) per meno del 50% (0) 5) Mangio pietanze pronte o snack del bar: quotidianamente (0) una volta la settimana al massimo (2) 3 o 4 volte la settimana (1) 6) Suddivido i miei pasti in: 1 o 2 razioni al giorno (0) 3 o 4 razioni al giorno (1) 5 razioni al giorno (2) 7) Mangio carne o insaccati: mai, sono vegetariano (2) ogni giorno (0) non quotidianamente (1) 8) Dolci, gelato, torte e cioccolato: li mangio volentieri di tanto in tanto (1) sono un bisogno quotidiano (0) non mi attraggono (2) 9) Normalmente dormo: meno di 6 ore (0) da 6 a 7 ore (1) più di 7 ore (2) 10) Soffro di problemi digestivi: talvolta (1) spesso (0) mai (2) 11) Fumo: un pacchetto di sigarette o più al giorno (0) da 5 a 10 sigarette al giorno (1) assolutamente no (2) 12) Faccio movimento fisico ogni giorno per almeno 30 minuti all’aria aperta (fare la spesa, passeggiare, portare fuori il cane, etc):
circa una volta alla settimana (0) circa 2 o 3 volte la settimana (1) Sì, quasi ogni giorno (2) Risultati del questionario Da 0 a 11 punti: Il vostro stile di vita attuale è tutt‘altro che equilibrato. Se non cambierete le vostre abitudini, i disturbi legati all‘acidità potrebbero pesarvi molto. Tirate il freno d‘emergenza! Fate maggiore attenzione ad una dieta con prevalenza di alimenti basici, bevete in abbondanza, muovetevi il più possibile all‘aria aperta. Da 12 a 19 punti: Nella vostra vita, al momento, non va ancora tutto bene, ma siete già sulla strada giusta per raggiungere un equilibrio duraturo. Prestate ancora maggiore attenzione ad un buon equilibrio tra attività e riposo e preoccupatevi ancora di più di un‘alimentazione sana: assumete, se possibile, una minore quantità di grassi e di proteine animali e mangiate più spesso frutta e verdura.
Da 20 a 24 punti:Congratulazioni, proseguite così! Vivete già in buona armonia con le vostre esigenze e non dovete temere alcuna iperacidità cronica. Ma se a volte vi capita di uscire dal vostro stato d‘equilibrio fate attenzione soprattutto a consumare pasti equilibrati, ricchi di frutta e verdura. Nei consigli riportati qui di seguito troverete tutto ciò che fa bene al vostro equilibrio acido-base. I processi omeostatici dell’organismo hanno luogo solo se il pH è leggermente alcalino
Nel
connettivo, le più piccole variazioni dell’omeostasi possono portare a
modificazioni strutturali nella sostanza fondamentale (proteine e
percentuali di acqua in stato cristallino).
Molte di queste variazioni sono da correlare al deposito di residui acidi, provenienti dal catabolismo cellulare o da reazioni di tipo infiammatorio.
In questi casi, viene modificato lo stato colloidale del distretto. Di conseguenza si altera la capacità di trasporto e di trasferimento di messaggi fisici e chimici tra il tessuto ed il resto dell’organismo, in particolare verso le strutture del SNC deputate alla regolazione dell’omeostasi (centri bulbari ed ipotalamici).
L’ambiente extra-cellulare, sensibile alle quantità di valenze acide immagazzinate durante i processi biologici, trasferisce a livello renale ed urinario queste informazioni, influenzando i valori del pH urinario.
La Matrice Extra-cellulare, costituisce un sistema di transito nel quale avvengono gli scambi fra le
cellule metabolicamente attive ed il circolo. Come nei sistemi tampone respiratorio ed ematico, anche in questa sede, lo smaltimento dei cataboliti acidi è condizionato da un’adeguata presenza di bicarbonati. La nutrizione non sempre riesce a compensare il depauperamento delle riserve alcaline (sodio, potassio, magnesio e calcio). In questi casi si determina un’acidosi rilevabile dalle variazioni del pH dei liquidi organici (urine).La misurazione del pH urinario si effettua con strisce di pH-test (range 5,0 e 7,4) e costituisce un sistema di valutazione semplice e pratico.
Per avere un quadro dinamico, le misurazioni del pH devono essere ripetute per alcuni giorni annotando l’ora e il dato. In questa maniera si ottiene una curva personale, veramente utile all’indagine diagnostica.
Molte di queste variazioni sono da correlare al deposito di residui acidi, provenienti dal catabolismo cellulare o da reazioni di tipo infiammatorio.
In questi casi, viene modificato lo stato colloidale del distretto. Di conseguenza si altera la capacità di trasporto e di trasferimento di messaggi fisici e chimici tra il tessuto ed il resto dell’organismo, in particolare verso le strutture del SNC deputate alla regolazione dell’omeostasi (centri bulbari ed ipotalamici).
L’ambiente extra-cellulare, sensibile alle quantità di valenze acide immagazzinate durante i processi biologici, trasferisce a livello renale ed urinario queste informazioni, influenzando i valori del pH urinario.
La Matrice Extra-cellulare, costituisce un sistema di transito nel quale avvengono gli scambi fra le
cellule metabolicamente attive ed il circolo. Come nei sistemi tampone respiratorio ed ematico, anche in questa sede, lo smaltimento dei cataboliti acidi è condizionato da un’adeguata presenza di bicarbonati. La nutrizione non sempre riesce a compensare il depauperamento delle riserve alcaline (sodio, potassio, magnesio e calcio). In questi casi si determina un’acidosi rilevabile dalle variazioni del pH dei liquidi organici (urine).La misurazione del pH urinario si effettua con strisce di pH-test (range 5,0 e 7,4) e costituisce un sistema di valutazione semplice e pratico.
Per avere un quadro dinamico, le misurazioni del pH devono essere ripetute per alcuni giorni annotando l’ora e il dato. In questa maniera si ottiene una curva personale, veramente utile all’indagine diagnostica.
Nel suo libro “Acid & Alcaline”, Herman Aihara afferma che:Se la condizione dei fluidi extracellulari, specialmente nel sangue, diventa acida, la nostra condizione fisica sperimenterà in primo luogo spossatezza, predisposizione a prendere raffreddori, ecc.
Quando questi fluidi si fanno più acidi, si avvertiranno dolori e malesseri come emicrania, dolori al torace, allo stomaco, ecc. Secondo Keiichi Morishita, nel suo “Hidden truth of Cancer” (“La verità nascosta sul cancro”), se il sangue sviluppa una condizione di maggiore acidità, allora il nostro corpo depositerà queste sostanze acide in eccesso in una qualsiasi area del corpo al fine di mantenere il sangue in una condizione alcalina. Se persiste questa tendenza, in quelle aree aumenta l’acidità e alcune cellule muoiono; in seguito, queste cellule morte si convertono, a loro volta, in rifiuti acidi. Altre cellule, tuttavia, non muoiono e sono in grado di adattarsi a questo tipo di ambiente. In altre parole, invece di morire, come succede normalmente in un ambiente acido, queste cellule sopravvivono, convertendosi in cellule anormali, conosciute come cellule maligne.
Esse non sono connesse con il cervello, né con la memoria del codice genetico del nostro DNA. Pertanto le cellule maligne crescono in maniera indefinita e senza ordine. Questo è il cancro.
La causa di qualsiasi cancro è una mancanza di ossigeno provocata dall’acidificazione. Integrare la dieta aiuta a prevenire il cancro, e si pensa che possa essere d’aiuto nei primi stadi del cancro, sebbene probabilmente ci sia un punto di non ritorno. Tuttavia, poiché le cellule sane sono alcaline e quelle maligne acide, il consumo di alcalinizzanti non apporta alcun danno alle prime, mentre può distruggere le seconde. Vale la pensa provarci.
SINTOMI ASSOCIATI AD ACIDOSI METABOLICA
- Stanchezza cronica
- Disturbi del sonno
- Sonnolenza
- Dolori muscolari e articolari
- Scarsa concentrazione
- Irritabilità
- Disbiosi
- Candidosi
- Cellulite
- Ritenzione idrica
- Osteoporosi
- Crampi muscolari e acido lattico
- Aumentata sensibilità alle allergie
- Infiammazioni frequenti.
Disturbi causati dall’acidità del corpo
- Acidità di stomaco
- Stitichezza
- Elevato colesterolo
- Disturbi cardiovascolari
- Grasso corporeo
- Cellulite
- Difficoltà digestiva
- Dolori e infiammazioni
- Stress e nervosismo
- Rughe
- Osteoporosi..L'acqua e i suoi mineraliAlcune acque sono particolarmente ricche di minerali. In questi casi, nell'etichetta, può essere specificata una particolare dicitura per sottolineare le sue caratteristiche:
"contenente bicarbonato" HCO3 (il tenore di bicarbonato è superiore a 600 mg/L): è indicata nell'ipersecrezione gastrica (acidità di stomaco) e nelle patologie renali. Il bicarbonato la rende particolarmente utile per chi pratica sport, in quanto questa sostanza è in grado di tamponare l'acido lattico (vedi: Bicarbonato e sport).L'acqua "magnesiaca" Mg++ (se il tenore di magnesio è superiore a 50 mg/L): svolge prevalentemente un'azione purgativa, ma trova indicazioni anche nella prevenzione dell'arteriosclerosi, poiché favorisce la dilatazione delle arterie. Può essere utile anche nell'alimentazione degli sportivi per prevenire i crampi."acidula" (il tenore di anidride carbonica libera è superiore a 250 mg/L): facilita la digestione. L'anidride carbonica presente nelle acque gassate aumenta l'acidità dell'acqua. Da sottolineare, però, che le nostre diete sono già sufficientemente ricche di sostanze acide e non è normalmente necessaria alcuna integrazione.
"sodica" (il tenore di sodio è superiore a 200 mg/L): influenza positivamente l'eccitabilità neuro-muscolare ed è pertanto indicata per gli sportivi, soprattutto durante i mesi estivi quando si perdono notevoli quantità di liquidi con la sudorazione (ricordiamo che un calo eccessivo dei valori di sodio nel sangue ha causato la morte di alcuni sportivi). Le acque minerali sodiche sono controindicate per chi soffre di ipertensione.
"acqua a basso contenuto di sodio" (il tenore di sodio è inferiore a 20 mg/L): indicata per le diete povere di sodio e per combattere ipertensione e ritenzione idrica.
Per gli sportivi:
Mediominerale, con un buon patrimonio di calcio, ferro, sodio, cloro e bicarbonato.
Traduzione sopra
RispondiEliminaGrazie per il vostro invio meraviglioso personale!
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