LA DIETA PER GLI ESAMI
Volenti o nolenti, lo stress da esame colpisce in modo più o meno intenso tutti gli studenti, dalle elementari all’università. Stress che spesso e volentieri può indurre errori dietetici, dal digiuno da “stomaco chiuso” alle overdose di bevande eccitanti (caffè eccetera) o di snack ipercalorici per “tirarsi su”. Rimedi che sembrano utili al momento per un’immediata gratificazione ma che producono alla lunga gli effetti opposti a quelli desiderati. Un’alimentazione corretta - che non vuol dire punitiva - può invece svolgere un ruolo rilevante non solo durante le settimane di studio ma anche negli impegnativi giorni degli esami.
Sostanzialmente sono quattro le regole dietetiche alla base di una buona memoria:
0. non esagerare con le calorie e mantenere un peso corretto;
0. non eccedere con grassi animali e zuccheri semplici;
0. privilegiare i carboidrati integrali e determinati grassi come quelli del pesce;
0. infine seguire una dieta variata, ricca di frutta e verdura, per assicurare un buon introito quotidiano di sostanze antiossidanti.
I primi due punti sono collegati: spesso chi segue una dieta abbondante di alimenti molto energetici – a meno che non si tratti di un atleta - è anche sovrappeso o obeso. Numerosissimi studi hanno provato che un’alimentazione ricca di colesterolo e grassi principalmente di origine animale (burro, panna, formaggi, carni grasse, salumi ecc.) ma anche di quelli vegetali presenti nei prodotti industriali, diminuisce l’efficienza delle cellule nervose, peggiorando la capacità di apprendimento e mnemoniche, e in più facilitando i processi d’invecchiamento cellulare (il cosiddetto stress ossidativo dovuto all’aumento dei radicali liberi, aumentati a causa degli errori dietetici).
Stessa azione negativa è esercitata dall’eccesso - non certamente da un consumo saltuario - di cibi dolci, quali merendine, gelati, caramelle e così via, e di alimenti a base di cereali raffinati o amidi (pane e riso bianco, pizza, patate). Tutti questi alimenti hanno in comune la caratteristica di avere un indice glicemico alto, ovvero sono in grado di innalzare notevolmente i tassi di zuccheri nel sangue (iperglicemia) rispetto anche ad altri carboidrati, come quelli integrali ad esempio. E i frequenti bruschi rialzi glicemici – con conseguenti ipoglicemie - non giovano alla concentrazione e alla salute delle nostre cellule nervose.
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