Il
sistema o apparato endocrino è molto antico (già presente perfino nei
microrganismi unicelulari) ed è consiste in un insieme di ghiandole e
cellule distribuite in zone molto diverse del corpo. E’ costituito da
tessuto endocrino, che forma le ghiandole endocrine, ovvero a secrezione
interna, che producono gli ormoni. Sono presenti organi che fungono
solo da produttori di ormoni, quali ghiandole endocrine (epifisi o
ghiandola pineale, ipofisi o ghiandola pituitaria, tiroide, paratiroidi,
surrenali ecc.), e altri che integrano la produzione di ormoni ad altre
attività fisiologiche (ipotalamo, timo, pancreas, stomaco, intestino,
rene, ovaie, testicoli). Cellule epiteliali (derivanti
embriologicamente dal V arto branchiale) sparse prevalentemente nella
tiroide (cellule parafollicolari) e presenti anche nelle paratiroidi,
timo e midollare surrenale, costituiscono il sistema ultimobranchiale e
secernono l'ormone calcitonina. Nella mucosa gastroenterica e nel
pancreas sono stati identicati almeno 15 tipi di cellule che producono
polipeptidi ormonali che agiscono sia sulle cellule circostanti (azione
paracrina) sia a distanza (azione endocrina) riversandosi nel circolo
sanguineo. Si tratta di un sistema di regolazione funzionale
dell'apparato digerente, denominato sistema GEP
(gastro-entero-pancreatico), strettamente collegato con un complesso
sistema di fibre nervose (includente il sistema nervoso metasimpatico).
Si ritiene che la maggior parte di queste cellule secretrici abbiano
caratteristiche APUD (cellule attive sul metabolismo delle amine, ne
captano e decarbossilano i precursori), derivino dal tessuto embrionale
neuroectodermico e siano distribuite anche in altre parti dell'organismo
(ipofisi, ipotalamo, midollare surrenale). Queste cellule, identificate
scientificamente con lettere dell'alfabeto, producono ormoni che
possono fungere anche da neurotrasmettitori (neuropeptidi). Infine anche cellule del sistema immunitario (linfociti) secernono ormoni.
La funzione dell'apparato endocrino, nel senso più ampio, di
trasmissione delle informazioni (anche molto sofisticate). Esso pertanto
completa le funzioni del sistema nervoso. A differenza del sistema
nervoso, il sistema endocrino agisce, in genere, più lentamente (agisce
di norma in un arco di tempo che va dai 30 minuti alle tre ore fino,
come nel caso dell'ormone della crescita, a mesi), più diffusamente
(tutte le cellule del corpo sono raggiungibili dai messaggi ormanli) ed è
prevalentamente efferente ossia invia pprevalentemente segnali verso la
periferia.
In passato si riteneva che l’apparato endocrino
fosse strutturato, in maniera gerarchica verticale, secondo più assi
neuroendocrini, indipendenti fra loro, unenti cervello - ipofisi -
ghiandole endocrine - tessuti bersaglio. Fra questi, l’asse
ipotalamo-ipofisi-surrene (HPA, Hypotalamus-Pituitary-Adrenal) con
produzione di ormoni glucocorticoidi, cortisolo (idrocortisone) in
particolare, da parte delle ghiandole surrenali (zona corticale)
rappresenta l’evento fondamentale della risposta allo stress. Le
ricerche successive hanno dimostrato l'inesattezza della tradizionale
immagine gerarchica degli assi endocrini. Innanzitutto, esiste un
meccanismo di controllo retroattivo della cascata ormonale, feedback,
che può essere inibente (feedback negativo) e, più raramente,
potenziante (feedback positivo). Ad esempio, i livelli degli ormoni
prodotti dalla corticale del surrenali (glucorticoidi) innescano un
feedback negativo a livello di ipofisi e ipotalamo. Questo segnale può
arrivare da lontano (feedback lungo) o da vicino (feedback corto e
ultracorto). Inoltre, si è scoperto che i fattori ipotalamici, per
agire, non devono necessariamente passare dall’ipofisi per far sentire i
loro effetti. Tipico è il CRH (corticotropin realising hormone) che,
oltre ad attivare, tramite l’ipofisi, l’asse ipotalamo-ipofisi-surrene
(HPA), svolge un ruolo autonomo di attivazione dello stress (reazione di
stress) all’interno del cervello (sistema limbico e, in particolare,
amigdala). Infine, si è documentata l’ubiquitarietà di ormoni
tradizionalmente ritenuti peculiari di un asse. Fondamentale, a
riguardo, è la dimostrazione che il linfocita (cellula immunitaria) può
produrre CRH (corticotropin releasing hormone) e ACTH (ormone
adrenocorticotropo) e, tramite i propri messaggeri (ad esempio la
citochina interleuchina-1), influenzare direttamente il CRH ipotalamico
(schema reazione di stress). Pertanto, gli assi neuroendocrini non
sono solo autostrade parallele che uniscono cervello-ipofisi-ghiandole
endocrine-tessuti bersaglio ma, tramite scorciatoie e collegamenti
laterali (definiti “feedsideward”), formano un vero e proprio network
endocrino a sua volta strettamente connesso con i networks nervoso e
immunitario; da cui la nascita e l'importanza della
psiconeuroendocrinoimmunologia. Tutto ciò da un lato configura una
realtà più complessa riguardo il quadro patologico, dall’altro amplia le
possibilità terapeutiche accrescendo i punti di attacco alle varie
patologie.
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