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30 marzo 2012

                 L' APPARATO DIGERENTE                                        


Il sistema digerente (Systema digestorium nella Terminologia Anatomica internazionale) di ogni essere vivente ha il compito di introdurre, digerire ed assorbire i principi nutritivi contenuti negli alimenti eliminando i residui non digeribili al metabolismo sotto forma di feci.



Il sistema digerente ha un'istologia generale uniforme e può essere diviso in quattro tonache concentriche: mucosa, sottomucosa, muscolare, e sierosa. Le differenze sono dovute a specializzazioni nella funzione dei singoli tratti.

Mucosa 

La mucosa è la tonaca più interna, quella cioè che si trova a diretto contatto con il cibo. Svolge le funzioni di assorbimento, secrezione ed importanti processi della digestione. È formata da:

La tonaca mucosa cambia in base alle funzioni di ciascun organo del tubo digerente. Deve resistere al pH acido dello stomaco, assorbire una moltitudine di diversi nutrienti nell'intestino tenue e regolare l'assunzione di acqua nel crasso. La struttura quindi riflette le esigenze di questi organi conformandosi in tante pieghe per aumentare la superficie di assorbimento (villi intestinali, e pliche circolari) o formando invaginazioni per le ghiandole secernenti come nel caso delle fossette gastriche dello stomaco.

Sottomucosa 

È formata da tessuto connettivo che ospita vasi sanguigni, linfatici e nervature.



Muscolare

Fatta di muscolatura liscia divisa in uno strato interno circolare e uno esterno longitudinale; lo strato interno rende possibile i movimenti di peristalsi, mentre lo strato esterno fa avanzare il bolo alimentare.

Esterna 

Lo strato più esterno è costituito da tessuto connettivo che prende il nome di tonaca avventizia, la quale permette il passaggio di vasi e nervi. Dove l'intestino è esposto nella cavità addominale, l'avventizia viene definita sierosa (peritoneo viscerale) ed è rivestita da epitelio pavimentoso semplice, detto mesotelio. Dove l'intestino aderisce alle pareti della cavità addominale, l'avventizia si fonde con i tessuti retroperitoneali.

Bibliografia

Wheater, Istologia e Anatomia Microscopica.

Canale digerente 

Ci sono diversi criteri per dividere il canale digerente in più porzioni. Sulla base delle caratteristiche istologiche, della derivazione embrionale o semplicemente della posizione. Qui si propone un elenco dei diversi componenti in senso cefalo-caudale, dalla testa alla coda.

Cavità orale




Qui avviene l'ingestione del cibo e in alcuni casi inizia la digestione meccanica per mezzo dei denti e chimica per mezzo dei secreti delle ghiandole orali, tra le quali le più comuni quelle salivari. Non tutti gli animali possiedono queste strutture annesse alla cavità orale che si sono evolute nei tetrapodi terrestri principalmente per inumidire il cibo e facilitarne l'ingestione, caratteristica spesso inutile in ambiente acquatico. Nei mammiferi la saliva contiene anche alcuni enzimi, principalmente l'amilasi ptialina, che inizia la digestione degli amidi.

Faringe 




La faringe è la terza porzione del canale alimentare ed è un organo in comune con il sistema respiratorio. Riceve il bolo alimentare proveniente dalla cavità orale e lo convoglia, con la deglutizione, nell'esofago. Contemporaneamente è in grado di convogliare l'aria inspirata verso la laringe. Con la deglutizione, la faringe si alza e l'epiglottide chiude l'ingresso verso la trachea, spostandosi assieme alla parte iniziale della stessa verso l'alto ed in avanti procurando spazio per il passaggio del bolo alimentare nell'esofago. Con questa azione semivolontaria inizia la peristalsi che si propagherà attraverso l'esofago trasportando così il bolo verso lo stomaco.

Esofago 




L'esofago è un canale lungo circa 20 cm che attraversa il diaframma e arriva nello stomaco. La parte dell'esofago, come quella di tutto il resto del canale alimentare, è costituita da due strati di muscolatura liscia (longitudinale e circolare). La contrazione dello strato circolare più interno provoca la chiusura del canale alimentare, mentre lo strato muscolare longitudinale provoca l'accorciamento dell'esofago. Le contrazioni alternate della muscolatura circolare e di quella longitudinale sono responsabili dei movimenti peristaltici, che spingono inferiormente il bolo verso la valvola cardioesofagea.

Stomaco




È il primo organo cavo del sistema digerente individuabile in cavità addominale, ha una temperatura di 37 gradi centigradi e un pH di 3,5. L'epitelio dello stomaco secerne principalmente enzimi proteolitici come pepsina e chimosina, H2O e Hcl (acido cloridrico, il quale ha la funzione di attivare l'enzima (inattivo) pepsina in pepsinogeno (attivo)). L'esofago, dopo aver attraversato l'adito esofageo (lat: aditus esofageum), si fonde con lo stomaco a livello della valvola (incontinente) del cardias. Nello stomaco avviene l'attacco principale alle sostanze del cibo e la loro lisi (soprattutto per quanto riguarda le proteine), ad opera di enzimi litici, tra i quali la pepsina, che serve per rendere le proteine sostanze più semplici, e l'acido cloridrico, che rende acido il contenuto dello stomaco, che, nel complesso, costituiscono i succhi gastrici. Dopo grazie ai movimenti peristaltici il bolo, adesso chimo, si muove verso il piloro che lo porterà all'intestino tenue.

Intestino 




È un organo cavo tubiforme, che varia il suo diametro durante il suo tratto.
È suddiviso in: - intestino tenue - intestino crasso.

L'intestino tenue e' lungo 8 m; e' suddiviso in duodeno, digiuno e ileo. Nell'intestino tenue si completa la digestione grazie all'azione della bile (che emulsiona i grassi), del succo pancreatico (composto dagli enzimi amilasi tripsina lipasi) e il succo enterico (contiene gli enzimi che concludono la digestione, trasformando i vari principi nutritivi in amminoacidi, glucosio, acidi grassi e glicerina). L'intestino tenue ha una membrana interiore che la rende ruvida, i villi intestinali che sono ruvidi grazie ai vasi sanguigni che hanno una parete sottile proprio per assorbire meglio le sostanze. Intestino tenue e crasso sono suddivisi grazie all'ileocecale. L'intestino crasso e' lungo circa 2 m ma e' piu' grosso si divide in: cieco, colon (che si divide in ascendente, traverso e discendente), (una tappa di minore importanza: il sigma) e il retto.





Il benessere intestinale




SECONDO LA NATUROPATIA


di Luca Avoledo   
Se stai male, rimetti a posto l’intestino” sostenevano i vecchi naturopati. Ancora oggi, anche alla luce di nuove conoscenze, la naturopatia ritiene essenziale avere un intestino in perfette condizioni. Vediamo perché. La funzionalità intestinale è, di norma, uno dei principali oggetti delle attenzioni del naturopata durante un consulto.
Stitichezza, diarrea, colon irritabile o “colite”, gonfiore, dolori addominali: oltre a essere estremamente diffusi nel mondo occidentale, sono i segni più eclatanti che ci dicono che il nostro intestino è in difficoltà.
Ma, agli occhi di un naturopata, risultano fondamentali anche altri possibili indizi di una cattiva funzionalità intestinale, che solo in apparenza possono sembrare non collegabili, quali problematiche di pelle, capelli e unghie fragili, stanchezza, raffreddori e bronchiti frequenti, malattie autoimmuni, ansia e depressione, allergie e intolleranze, cistiti, herpes, cellulite ecc.  Insomma, il naturopata moderno è sì assai diverso da quello di molti decenni fa, che consigliava di trattare l’intestino pressoché in ogni situazione, ma anch'egli attribuisce al benessere intestinale un ruolo fondamentale.

Le funzioni che l'intestino svolge sono stupefacenti: da un lato infatti è un organo di assorbimento dei nutrienti, ma dall’altro costituisce una barriera fisica e immunitaria al passaggio di tossine, microrganismi, cibi indigeriti e proteine allergizzanti.

Il carico tossico intestinale è tenuto in parte sotto controllo da una flora batterica simbiotica “buona” che qui risiede, contrastando la proliferazione di batteri nocivi, miceti, virus, parassiti ed esplicando numerose altre attività essenziali, tra cui la sintesi di alcune vitamine e la neutralizzazione di diverse sostanze cancerogene.

Attraverso l’intestino vengono assorbiti non solo i nutrienti principali, ma anche vitamine e minerali necessari agli enzimi, i responsabili di tutte le reazioni biochimiche che avvengono nell’organismo. Se l’efficienza intestinale non è perfetta, l’assimilazione di questi micronutrienti diventa problematica e gli enzimi non riescono a svolgere le loro funzioni. In tal caso, anche se la nostra alimentazione è sana, non riusciamo a ricavare dal cibo quel che ci serve per stare bene.

Inoltre la mucosa intestinale, in alcune circostanze, può non essere del tutto impermeabile alle tossine, che riescono così a penetrare nel circolo ematico e da qui a diffondersi in ogni parte del corpo, producendo un ampio ventaglio di conseguenze negative. 

Può quindi verificarsi una situazione paradossale, per la quale le tossine intestinali e i prodotti di scarto vengono assorbiti, mentre le sostanze utili non sono assimilate a sufficienza, condizione che ci predispone a disordini immunitari, malattie acute e processi cronici e degenerativi. E' noto, ad esempio, che alcune tossine, come quelle dei saccaromiceti intestinali, possono provocare direttamente immunosoppressione; che numerose specie di batteri nocivi aumentano la produzione di acidi biliari cancerogeni, quali l’acido litocolico; che esiste una relazione – evidenziata da diversi studi - tra tossine intestinali e carcinoma della mammella.

Le principali cause all'origine di questo squilibrio della funzionalità intestinale sono le seguenti.

a) Cattiva masticazione, alimentazione non corretta ed errate combinazioni alimentari, che ostacolano i processi digestivi e permettono al cibo indigerito di arrivare nell'intestino crasso, ove scatena reazioni infiammatorie e provoca disbiosi (sostituzione delle normali popolazioni batteriche benefiche da parte di altre dannose), che a sua volta rende sempre più difficile la digestione. I cibi mal digeriti infatti, in presenza di disbiosi, vanno incontro a fenomeni fermentativi e putrefattivi, che portano alla liberazione di sostanze quali cadaverina e putrescina (sic!), provocano dolori e fanno nascere disturbi nei più disparati distretti corporei.

b) Reazioni di ipersensibilità ad alcuni cibi. Come ben sa chi frequenta Eurosalus, negli ultimi anni il numero di persone che presentano malesseri legati a intolleranze alimentari è aumentato in maniera rilevante. I naturopati ritengono le ipersensibilità una delle ragioni principali alla base della maggior parte dei disturbi non diagnosticati nei soggetti considerati “sani”, oltre che parti in causa nella genesi di diverse malattie croniche. Limitandoci al tema in esame, le intolleranze conducono velocemente a disbiosi, sono una delle principali cause di malassorbimento e possono provocare gravi lesioni alla mucosa intestinale.

c) Turbe emozionali. Cervello e apparato gastrointestinale sono profondamente connessi dal punto di vista neurologico: stress, ansia, depressione e paura alterano le secrezioni acide dello stomaco e quelle basiche del tenue e tali modifiche del pH portano al proliferare di batteri dannosi. I fattori psico-emotivi influenzano anche la motilità della muscolatura intestinale, provocandone iperfunzione (che porta a diarrea) o ipofunzione (che determina stipsi).
Non solo il cervello agisce sull’intestino, ma è vero persino il contrario: molti neurotrasmettitori, come la serotonina (il “neurotrasmettitore del buonumore”), sono prodotti anche nell’intestino; in caso di disfunzionalità intestinale, la formazione di neurotrasmettitori ne risente e possono manifestarsi disturbi del comportamento.

d) Stipsi. E’ sia causa che effetto del malessere intestinale. Il rallentamento del transito del materiale fecale determina un incremento anche notevole della tossicità e del passaggio delle tossine attraverso la mucosa.

e) Assunzione di alcuni farmaci, tra cui antibiotici, certi antidepressivi, corticosteroidi, FANS e pillola anticoncezionale (uno dei più potenti fattori di proliferazione di batteri nocivi e di produzione di radicali liberi). Molti di questi medicinali, oltre a provocare disbiosi, a interferire con le funzioni della barriera intestinale e a renderla più porosa, promuovono la moltiplicazione oltre misura di lieviti naturalmente presenti nell’intestino, quali la candida (Candida albicans), soprattutto in presenza di un sistema immunitario già indebolito. La proliferazione della candida provoca svariati problemi, primi tra tutti il danno alla mucosa e l’alterazione della risposta immunitaria.

Gli esiti di tutto ciò, in buona sostanza, sono quelli a cui accennavamo: presenza eccessiva di tossine nell’intestinolesioni nella mucosa, le quali, aumentando la permeabilità intestinale, permettono l’anormale passaggio di sostanze e tossine dall’organo digestivo al sangue.

In merito all’eccesso di tossine, oltre a quelle che introduciamo quotidianamente con cibo e acqua, nell’intestino si ritrovano le tossine endogene prodotte dai batteri nocivi eventualmente presenti.
La disbiosi è una delle principali cause di tossicità. Danneggia direttamente le cellule intestinali, provoca alterazioni del transito con putrefazione, fermentazione, produzione di alcol e gonfiore, altera la risposta immunitaria e genera metaboliti tossici che possono essere assorbiti dal corpo. Certi microrganismi addirittura trasformano in cancerogene diverse sostanze innocue dei cibi e dei secreti del fegato. Alcuni metaboliti batterici provocano inoltre problemi neurologici, poiché mimano l’attività di certi neurotrasmettitori (le molecole mediante le quali funziona il sistema nervoso), provocando alterazioni del comportamento, ansia e depressione.
Le tossine batteriche non smettono di fare danni nemmeno quando sono distrutte: infatti il fegato, per neutralizzare l’ingente carico tossinico, deve impegnare molti dei suoi enzimi di detossificazione, con conseguente aumento della produzione di nocivi radicali liberi e affaticamento di questo prezioso organo, già impegnato nell’eliminazione delle tossine ambientali (inquinanti, alimenti, farmaci, ecc).
La disbiosi crea quindi alterazioni a catena e a tutti i livelli, che ci rendono assai vulnerabili.

Il problema della tossicità si aggrava se è accompagnato da lesioni della sottilissima barriera rappresentata dalla mucosa intestinale. Quando compare un’eccessiva porosità della mucosa, il passaggio dall’intestino al resto dell’organismo di sostanze che normalmente non penetrano aumenta in maniera drammatica. In tal caso, oltre a una maggior quantità di tossine, entrano nel corpo anche batteri e allergeni alimentari, che in primo luogo determinano un ulteriore sovraccarico epatico e una modificazione della risposta immunitaria.

Curiosità sull'intestino che (forse) non sapevi



A riprova che l'intestino, e più in generale tutto l'apparato digerente, sono poco conosciuti dalla gran parte delle persone, ecco un pillolario di curiosità  e informazioni.

Durante la digestione gli enzimi riducono gli zuccheri complessi, le proteine e i grassi nei loro costituenti elementari (glicidi, aminoacidi, gliceridi).
Con un pasto normale, lo svuotamento dello stomaco inizia dopo 20 minuti e termina in circa 2 ore. Questo tempo può raddoppiare se il pasto è ricco di grassi e di fritti.
Masticare accuratamente il cibo rende più facile lo svuotamento dello stomaco.
L'acido che si trova nello stomaco potrebbe sciogliere una moneta.
La parete interna dello stomaco è protetta da uno strato di cellule che forma la mucosa.
Per assorbimento si intende il processo con cui i nutrienti passano dall'interno dell'intestino al sangue e alla linfa per raggiungere tutti gli organi e i tessuti.
La superficie interna dell'intestino tenue è talmente ripiegata che, se fosse distesa, potrebbe ricoprire un intero campo da tennis.
Un pasto ricco di carboidrati (come pasta, riso e pane) aumenta il livello di serotonina nel cervello, una sostanza che induce una sensazione di benessere e di sonnolenza.
Il gorgoglio di stomaco che si percepisce dopo i pasti è in realtà  provocato dai movimenti di aria e liquido attraverso gli spazi vuoti dell'intestino.
I batteri sono così piccoli che dovremmo ingrandire la punta di un ago 3000 volte per vederne la forma.
I microrganismi che risiedono nell'intestino sono 10 volte più numerosi delle cellule dell'intero organismo e pesano circa 1 kg.
Mettendo in fila uno dietro l'altro i microrganismi della microflora intestinale, si farebbe due volte il giro dell'equatore.

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