Azotemia nel sangue, il significato
L’azoto presente nel sangue, è in effetti l’azoto non proteico derivante dal metabolismo , ovvero dalla demolizione proteica, il cui prodotto finale è l’urea, che viene eliminata dall’organismo, dai reni per la precisione, attraverso l’urina.
La determinazione dell’urea nel siero umano e quindi nel sangue, viene impropriamente detta azotemia.
La valutazione del dosaggio di questo metabolita viene adottato ormai da oltre un secolo, per la precisione dal 1903.
A livello renale, quasi tutta l’urea viene eliminata attraverso l’urina, ma una piccolissima parte viene riassorbita a rimessa regolarmente nel circolo sanguigno. Quando ci si trova nelle condizioni di ridotta funzionalità renale, l’organismo si trova nella impossibilità o quanto meno in difficoltà ad eliminare le scorie azotate che vanno quindi ad accumularsi nel circolo sanguigno, determinando una condizione di iperazotemia, praticamente livelli più alti del normale.
In un soggetto sano, i valori normali di azotemia sono compresi nell’intervallo di 22-46 mg/dl, riferiti appunto alla concentrazione di urea. Alcuni laboratori usano un metodo diverso per la determinazione del metabolita, per cui anche se ci si trova al cospetto di valori compresi nel range che va da 10,3 a 21,4 mg/dl si rientra nella norma.
Un livello elevato di azotemia non è necessariamente riconducibile ad una particolare patologia o ad un disordine metabolico, dal momento che alcuni regimi alimentari, come una dieta iperproteica o una alimentazione ricca di proteine e lipidi e molto povera di carboidrati, possono incidere significativamente sui livelli di urea nel sangue, in questo caso, facendoli salire oltre i valori normali.
Va tuttavia detto che potrebbe essere anche la spia di una insufficienza epatica grave, per cui è sempre meglio fare dei controlli mirati per eliminare ogni eventuale dubbio.
Tuttavia, non è il caso di preoccuparsi in presenza di bassi livelli di azotemia, e non correre con la mente subito alla possibilità di soffrire di qualche malattia epatica in quanto, in questo caso, sarebbero presenti anche altri sintomi piuttosto chiari ed inequivocabili che non lascerebbero adito a dubbi.
Sarebbero presenti ittero, perdita di appetito, stanchezza, malessere e importante perdita di peso, colorazione particolarmente scura delle urine e/o chiare delle feci, nausea, vomito, diarrea, febbricola, dolori muscolari e perdita del desiderio sessuale.
Come si vede chiaramente, i sintomi di una malattia epatica sono assolutamente inequivocabili, e quindi riesce difficile pensare che un semplice valore più basso dell’azotemia, possa essere riconducibile ad un danno epatico in assenza dei sintomi citati.
Di norma è la conseguenza, come detto, di una dieta priva di proteine particolarmente prolungata, di un digiuno prolungato nel tempo per qualsivoglia motivo, da particolari gravidanze e, in ultima analisi, di qualche problema prostatico.
Nella determinazione dell’azotemia è inoltre possibile incorrere nel rischio di falsi positivi o falsi negativi, per cui è importante ripetere gli esami ogni qual volta vi possa essere un qualunque sospetto.
Questo vale, ovviamente, non solo per la determinazione dell’azotemia, ma anche per altri esami che possono, comunque, a volte essere poco significativi, se effettuati in particolari condizioni.
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