Ormai è stata rimpiazzata dall’ansia da super-prestazione che colpisce
il 40% degli italiani. Ecco quello che emerge dai recenti studi discussi
durante il XIV Congresso europeo della Society for Sexual Medicine in
corso in questi giorni a Milano.
Insomma sembra che l’ansia da prestazione non solo si sia aggravata ma che colpisca anche sempre più uomini:
il 35% degli italiani è convinto che siano le donne oggi a guidare le
relazioni e il 40% non si sente adeguato a rispondere alle aspettative
di chi lo vuole contemporaneamente marito perfetto, amante straordinario
e padre premuroso. Il professor Francesco Montorsi, docente ordinario di Urologia all’Università Vita-Salute San Raffaele di Milano ha spiegato: “La
sessualità è profondamente cambiata proprio perché è il risultato di
una complessa interazione tra fattori biologici, psicologici,
socio-economici, culturali, etici e religioso/spirituali. I ruoli di
genere non sono più chiaramente definiti e si è modificato l’equilibrio
delle relazioni”. I dati sono emersi da un’indagine internazionale che è stata svolta
su un campione di 4.409 volontari dai 18 ai 75 anni. Lo studio ha
coinvolto Italia, Germania, Canada e Brasile e ha tenuto conto degli
aspetti climatici, geografici e sociali dei diversi paesi.
Secondo i 2.000 esperti riuniti al Congresso, uno dei problemi più gravi che affligge la sessualità ‘moderna‘ è la banalizzazione dei disturbi sessuali che sempre con maggiore frequenza colpiscono gli uomini. Il professor Montorsi ha dichiarato: “Le
difficoltà di ordine psicologico riguardano soprattutto i più giovani e
possono dare origine a un problema permanente. Non dobbiamo
banalizzarle ma intervenire per evitare che diventino croniche”.
Durante il Congresso europeo si è discusso in particolare del problema sessuale più diffuso: la disfunzione erettile.
Nel mondo, infatti, sono oltre 152 milioni le persone che soffrono di
questo problema sessuale e più di 3 milioni solo in Italia. Il professor
Montorsi ha commentato: “I farmaci rappresentano una delle opzioni a
disposizione, ma la percentuale di uomini che affronta l’argomento con
il medico per cercare una soluzione resta scarsa: in Italia solo il 17%
si rivolgerebbe allo specialista dopo un episodio di disfunzione
erettile”.
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