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10 dicembre 2011

INTOSSICAZIONE PROFESSIONALE DA ZINCO, avvelenamento provocato dallo zinco

INTOSSICAZIONE PROFESSIONALE DA ZINCO, avvelenamento provocato dallo zinco, metallo dalle molteplici applicazioni industriali (preparazione di leghe, fra cui l'ottone, produzione di coloranti, zincotipia, ecc), dotato di una modesta tossicità, che può provocare nei lavoratori a lungo esposti a tale sostanza, lesioni neurologiche e anemia ipocromica. Più marcata è la nocività dei fumi di ossido di zinco, la cui inalazione può essere causa di stato di malessere generale (con cefalea, nausea, dolori muscolari ed articolari, brividi, fenomeni irritativi delle prime vie aree), accompagnato da febbre e a volte da iperglicemia e turbe della funzionalità epatica. Al rischio di tale intossicazione sono esposti particolarmente i fonditori di metalli, per cui la sindrome è chiamata appunto febbre dei fonditori, o febbre da metalli.
I lavoratori esposti ai fumi di ossido di zinco possono manifestare intossicazioni, “febbre da vapori di metallo” e processi irritativi cutanei e polmonari acuti o cronici. Tale rischio è relativo alla durata di esposizione, dalla dose inalata, alle abitudini, allo stato fisico e alla presenza in ambiente di altri prodotti chimici. Particolari esami clinici permettono di analizzare capelli, saliva e urina per valutare la quantità di zinco presente nelle persone.

Esposizioni elevate si manifestano anche dal consumo di alimenti e di acqua potabile,(E SI CAPISCE DA SINTONI ED EFFETTI) superando livelli 10-15 volte il RDA (100 – 250 mg/die) per più giorni, infatti, può comparire anemia, spasmi allo stomaco, nausea e vomito.

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