Da quando l’uomo e la donna si sono scoperti anatomicamente diversi tra
loro, hanno sempre cercato di motivare questa differenza anche a
livello psicologico o, altre volte, di renderla solo e unicamente
fisica. Se n’è parlato, fiumi di parole sono state scritte sull’argomento, ma mai si è giunti ad una conclusione definitiva.
Si parla di gentil sesso e sesso forte e l’attimo dopo di parità dei
sessi, si accoglie questa possibile differenza con felicità o con
indignazione: insomma le opinioni sono contrastanti, impossibili da
conciliare. E mentre dibattete e scegliete quale corrente di
pensiero su questo argomento si avvicina di più alla vostra filosofia io
vi propongo uno degli ultimi studi, effettuato da Louann Brizendine,
sul cervello femminile. Ha pubblicato anche un libro sui suoi studi,“The
female mind” (“il cervello femminile”), perfettamente riassunto in una
citazione tratta proprio da questo: “Se le donne hanno una marcia in
più rispetto agli uomini è merito del loro cervello. Le donne si
emozionano e ricordano tutto, gli uomini parlano poco e pensano al
sesso”. Il dato più sconcertante o interessante, a seconda dei punti
dei vista, è quello riguardante l’aspetto neurolinguistico: lei parla
fino a tre volte più di lui, ma comunque l’uomo non l’ascolta.
Infatti secondo i dati riportati dal libro della psichiatra e
neurobiologa dell’Università di Berkley in California, le donne
pronunciano 20.000 parole al giorno e gli uomini solo 7.000. Questa
studiosa non fa che avvalorare la tesi secondo cui le donne siano più
logorroiche, interessate dalle lunghe chiacchierate e divertite dai
pettegolezzi, e aggiunge che l’uomo non solo non ascolta, ma ha
realmente il chiodo fisso del sesso: infatti la mente dell’uomo
evocherebbe pensieri a sfondo sessuali circa una volta al minuto, mentre
il cervello femminile si limiterebbe ad una volta al giorno, perché la
quantità di testosterone che raggiungerebbe il cervello della donna è
dalle dieci alle cento volte inferiore. Anche un abbraccio viene
interpretato in maniera diversa da entrambi: in una donna una stretta di
circa venti secondi stimola la produzione di ossitocina (“l’ormone
dell’attaccamento”).
Secondo la dottoressa Brizendine la
differenza è prevalentemente biologica, infatti i due cervelli sarebbero
differenti sia dal punto di vista delle dimensioni (quello dell’uomo è
più grande) che della densità (quello della donna ha una densità più
elevata). “Attraverso la risonanza magnetica - sostiene la
Brizendine - si scopre che le donne hanno "autostrade a otto corsie" per
elaborare le emozioni, mentre gli uomini solo strade di campagna».
La spiegazione è semplice: "La percentuale di neuroni nell'area cervello
associata alle emozioni e alla memoria è infatti maggiore per le donne:
l'11% in più”. Per questo le donne hanno maggior capacità nel ricordare
e nel percepire e comprendere le emozioni! È anche vero che l’uomo è
più predisposto all’autocontrollo mentre la donna alle crisi d’ansia:
così che mentre il primo riesce a razionalizzare meglio le situazioni,
la donna fa di piccoli inconvenienti drammi. Il mondo scientifico
non è di certo rimasto indifferente alla tesi della studiosa e le
reazioni di sdegno non sono poi così poche. La psicologa Janet Hyde
(Università del Wisconsis a Madison) è convinta del fatto che gli
innumerevoli studi sulle diversità tra il cervello maschile e quello
femminile hanno portato all’unica conclusione che le differenze tra i
due “sono statisticamente vicine allo zero”. Si pronuncia anche la
psichiatra Nancy Andreasen (Università dell’Iowa) che viene considerata
un’autorità nell’ambito di questo argomento: tali differenze “sono usate
solo per opprimere e soprrimere le donne”, sono prive di fondamento
scientifico. La Brizendine non si lascia intimorire e continua a
sostenere la sua tesi affermando che i suoi studi come direttrice del
Women’s Hormone Clinic l’hanno portata a formulare una spiegazione che,
attraverso la chimica cerebrale, spiega una vasta gamma di
comportamenti.
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