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20 settembre 2010

ENDOCRINOLOGIA - ORMONI

Il sistema o apparato endocrino è molto antico (già presente perfino nei microrganismi unicelulari) ed è consiste in un insieme di ghiandole e cellule distribuite in zone molto diverse del corpo. E’ costituito da tessuto endocrino, che forma le ghiandole endocrine, ovvero a secrezione interna, che producono gli ormoni. Sono presenti organi che fungono solo da produttori di ormoni, quali ghiandole endocrine (epifisi o ghiandola pineale, ipofisi o ghiandola pituitaria, tiroide, paratiroidi, surrenali ecc.), e altri che integrano la produzione di ormoni ad altre attività fisiologiche (ipotalamo, timo, pancreas, stomaco, intestino, rene, ovaie, testicoli).
Cellule epiteliali (derivanti embriologicamente dal V arto branchiale) sparse prevalentemente nella tiroide (cellule parafollicolari) e presenti anche nelle paratiroidi, timo e midollare surrenale, costituiscono il sistema ultimobranchiale e secernono l'ormone calcitonina.
Nella mucosa gastroenterica e nel pancreas sono stati identicati almeno 15 tipi di cellule che producono polipeptidi ormonali che agiscono sia sulle cellule circostanti (azione paracrina) sia a distanza (azione endocrina) riversandosi nel circolo sanguineo. Si tratta di un sistema di regolazione funzionale dell'apparato digerente, denominato sistema GEP (gastro-entero-pancreatico), strettamente collegato con un complesso sistema di fibre nervose (includente il sistema nervoso metasimpatico). Si ritiene che la maggior parte di queste cellule secretrici abbiano caratteristiche APUD (cellule attive sul metabolismo delle amine, ne captano e decarbossilano i precursori), derivino dal tessuto embrionale neuroectodermico e siano distribuite anche in altre parti dell'organismo (ipofisi, ipotalamo, midollare surrenale). Queste cellule, identificate scientificamente con lettere dell'alfabeto, producono ormoni che possono fungere anche da neurotrasmettitori (neuropeptidi).
Infine anche cellule del sistema immunitario (linfociti) secernono ormoni.

La funzione dell'apparato endocrino, nel senso più ampio, di trasmissione delle informazioni (anche molto sofisticate). Esso pertanto completa le funzioni del sistema nervoso. A differenza del sistema nervoso, il sistema endocrino agisce, in genere, più lentamente (agisce di norma in un arco di tempo che va dai 30 minuti alle tre ore fino, come nel caso dell'ormone della crescita, a mesi), più diffusamente (tutte le cellule del corpo sono raggiungibili dai messaggi ormanli) ed è prevalentamente efferente ossia invia pprevalentemente segnali verso la periferia.

In passato si riteneva che l’apparato endocrino fosse strutturato, in maniera gerarchica verticale, secondo più assi neuroendocrini, indipendenti fra loro, unenti cervello - ipofisi - ghiandole endocrine - tessuti bersaglio. Fra questi, l’asse ipotalamo-ipofisi-surrene (HPA, Hypotalamus-Pituitary-Adrenal) con produzione di ormoni glucocorticoidi, cortisolo (idrocortisone) in particolare, da parte delle ghiandole surrenali (zona corticale) rappresenta l’evento fondamentale della risposta allo stress.
Le ricerche successive hanno dimostrato l'inesattezza della tradizionale immagine gerarchica degli assi endocrini. Innanzitutto, esiste un meccanismo di controllo retroattivo della cascata ormonale, feedback, che può essere inibente (feedback negativo) e, più raramente, potenziante (feedback positivo). Ad esempio, i livelli degli ormoni prodotti dalla corticale del surrenali (glucorticoidi) innescano un feedback negativo a livello di ipofisi e ipotalamo. Questo segnale può arrivare da lontano (feedback lungo) o da vicino (feedback corto e ultracorto). Inoltre, si è scoperto che i fattori ipotalamici, per agire, non devono necessariamente passare dall’ipofisi per far sentire i loro effetti. Tipico è il CRH (corticotropin realising hormone) che, oltre ad attivare, tramite l’ipofisi, l’asse ipotalamo-ipofisi-surrene (HPA), svolge un ruolo autonomo di attivazione dello stress (reazione di stress) all’interno del cervello (sistema limbico e, in particolare, amigdala).
Infine, si è documentata l’ubiquitarietà di ormoni tradizionalmente ritenuti peculiari di un asse. Fondamentale, a riguardo, è la dimostrazione che il linfocita (cellula immunitaria) può produrre CRH (corticotropin releasing hormone) e ACTH (ormone adrenocorticotropo) e, tramite i propri messaggeri (ad esempio la citochina interleuchina-1), influenzare direttamente il CRH ipotalamico (schema reazione di stress).
Pertanto, gli assi neuroendocrini non sono solo autostrade parallele che uniscono cervello-ipofisi-ghiandole endocrine-tessuti bersaglio ma, tramite scorciatoie e collegamenti laterali (definiti “feedsideward”), formano un vero e proprio network endocrino a sua volta strettamente connesso con i networks nervoso e immunitario; da cui la nascita e l'importanza della psiconeuroendocrinoimmunologia. Tutto ciò da un lato configura una realtà più complessa riguardo il quadro patologico, dall’altro amplia le possibilità terapeutiche accrescendo i punti di attacco alle varie patologie.

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